Lingua Madre.
Estado Vegetal.
Istruzioni Introduzione
1
Lugano,
Parco San Michele,
Via San Michele
2
Lugano,
Parco Villa Costanza,
Via Pedemonte
3
Pregassona,
Chiesa di Santa Maria
(sentiero per Albonago)
4
Lugano Trevano,
Via Trevano,
Scuola Arti e Mestieri
5
Massagno,
Parco dei tre pini,
Via Maraini
6
Lugano,
Valle del Tassino
di
Manuela Infante
traduzione, adattamento e regia
Cristina Galbiati (Trickster-p)
voce
Ruggero Dondi
con la partecipazione di
Amelia Nesa
spazio sonoro
Zeno Gabaglio
sopralluoghi e selezione spazi d’ascolto
Ilija Luginbühl
mastering
Lara Persia - Lemura Recording Studio
fonici
Brian Burgan, LAC
Lorenzo Sedili, LAC
fotografia
Studio Pagi
delegate di produzione
Vanessa Di Levrano, LAC
Marzia Montagna, LAC
produzione
LAC Lugano Arte e Cultura
À la carte
Sulla mappa trovi alcuni luoghi della città di Lugano che abbiamo selezionato come possibili spazi d’ascolto. Scegli quello che preferisci o che hai voglia di scoprire (puoi vedere le immagini cliccando sugli indirizzi nella barra a sinistra).
Tailor made
Se non sei a Lugano, o se semplicemente vuoi scegliere un luogo che non è sulla mappa, le immagini degli spazi che abbiamo scelto possono essere di ispirazione per sceglierne uno a tua discrezione.
Note per l’ascolto
- Scarica il file audio su un dispositivo portatile (telefono o lettore audio).
- Scegli il tuo luogo d’ascolto.
- L’ascolto dura circa 45 minuti. Scegli un momento della giornata in cui tu possa prenderti un momento tranquillo. La luce e la temperatura avranno certamente influenza su quella che sarà la tua esperienza, tienilo in considerazione quando scegli il momento in cui esci ad ascoltare.
- In molti dei luoghi che abbiamo scelto ci sono panchine per sedersi; una coperta per sdraiarti o una sedia nel caso tu voglia cambiare prospettiva possono comunque essere utili.
- Ascolta con cuffie che coprono il padiglione auricolare o con cuffie in-ear di buona qualità.
- Metti il telefono in modalità aereo in modo da non essere disturbato.
Cara spettatrice
Caro spettatore
negli scorsi mesi mi sono spesso interrogata su come sia possibile per me continuare a comunicare con te in questo tempo complesso. Alla fine ho dovuto ammettere che non ne sono capace, parlarti attraverso lo schermo di un computer non fa per me. Credo che il luogo di fruizione sia una parte fondamentale di ogni proposta artistica, e così questo viaggio sonoro vuole invitarti a spegnere il tuo computer e a uscire di casa, per far sì che il digitale e l’analogico – per usare termini molto in voga – possano tornare a incontrarsi. Nella sezione istruzioni ti lascio alcuni suggerimenti per l’ascolto così come l’ho immaginato. Buon viaggio!
Cristina Galbiati
Tra le voci più interessanti della drammaturgia contemporanea dell’America del Sud, con Estado Vegetal
Manuela Infante si confronta con il pensiero del filosofo Michael Marder e del neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, per proporci un radicale cambio di prospettiva che rovescia la logica antropocentrica, mettendo al centro il mondo delle piante con la loro intelligenza e il loro complesso sistema di comunicazione. Seguendo il percorso tracciato da Infante,
Cristina Galbiati,
sceglie di enfatizzare il discorso sulla caducità umana affidando il monologo, originariamente concepito per una giovane voce femminile, alla voce poetica e matura di
Ruggero Dondi, interprete capace di restituire tutto il peso degli anni che passano, e la finitezza del nostro passaggio nel mondo.
Il progetto è introdotto da una conversazione con l’architetto paesaggista
Sophie Ambroise e il botanico
Nicola Schoenenberger, per riflettere su prospettive alternative del possibile rapporto tra essere umano e mondo vegetale.
Ascolta.
Ruggero Dondi
Diplomato alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, debutta nell’Edipo re di Sofocle con il regista greco Alex Minotis cui segue Vita di Galileo di Brecht, con Tino Buazzelli e la regia di Giorgio Strehler. Da quel momento comincerà una lunga carriera teatrale a fianco dei più conosciuti registi italiani, tra i quali Strehler, Massimo Castri e Mina Mezzadri. Nel 1970 è candidato al premio per giovani promettenti Noce d’oro per La notte degli assassini del cubano Triana, regia di Massimo Binazzi. Nello stesso anno, in collaborazione con Giuliano Merlo, Ettore Capriolo, Delia Bertolucci e Pino Micol, fonda la cooperativa teatrale I Rozzi. Dal 1973 lavora per dieci anni al Centro Teatrale Bresciano diretto da Massimo Castri. Nel 1981 entra nella cooperativa Nuove Parole. Lavora con il gruppo Attori & Tecnici di Roma e, nel 1984, è al fianco di Franco Parenti in Bosco di notte di Gaetano Sansone, diretto da Andrée Ruth Shammah. Tra il 1933 e il 1994 lavora con Dario Fo e Franca Rame in Mamma i Sanculotti. Nel 2000 è il Dottor Calandra nel film di Gabriele Salvatores Denti. Al Teatro dell’Elfo sarà Eracle nelle Trachinie di Sofocle, con la regia di Roberto Valerio. Nel 2016 è diretto da Carmelo Rifici nel Gabbiano di Cechov..Lavora in più produzioni della Leart, tra cui la fortunata Romeo e Giulietta, nati sotto contraria stella, regia di Leo Muscato, in cui interpreta il ruolo di Giulietta. Collabora saltuariamente con RAI e RSI.
Manuela Infante
Laureata all’Università del Cile, con un master in Analisi culturale all’Università di Amsterdam, è scrittrice di primo piano della scena sudamericana oltre che regista. I suoi spettacoli sono stati presentati in tutta Europa e negli USA, i suoi testi tradotti in inglese e italiano. Dal 2001 al 2006 fa parte della compagnia Teatro de Chile, come drammaturga e regista di lavori tra cui Prat, Juana, Cristo e Zoo, a cui si aggiungono Fin (2008), premiato al Viefestival di Modena, What’s he building in there? (2011), risultato di una residenza nel prestigioso centro di ricerca teatrale di Bob Wilson, The Watermill Center. Ha diretto On the beach premiato al Baryshnikov Arts Center di New York (2012) e Don’t Feed the Humans al teatro berlinese Hebbel am Uffer.
Cristina Galbiati
(Trickster-p)
Nato dall’incontro di Cristina Galbiati e Ilija Luginbühl, Trickster-p è un progetto di ricerca artistica che si muove in un territorio di confine e contaminazione tra diversi linguaggi. Dopo una prima fase imperniata su una specifica ricerca sulla centralità e la fisicità del performer, nel corso degli anni Trickster-p si è allontanato dal concetto di teatro in senso stretto per indagare possibili segni espressivi trasversali che, tanto concettualmente quanto formalmente, siano il risultato della commistione di strumenti artistici estremamente eterogenei. La sua poetica è un invito allo spettatore ad aprire i propri spazi percettivi e a creare la propria realtà in un territorio di frontiera tra la visione interiore e la visione esteriore. Fra le sue opere più significative vi sono performance e installazioni tradotte in numerose lingue e presentate in oltre 30 Paesi in Europa, Asia, Australia, America del nord e America del sud; tra queste: Book is a Book is a Book (2020), Nettles (2018), Twilight_coreografia per la luce che muore (2016), Sights (2014), B_percorso sonoro a stanze attorno alla fiaba di Biancaneve (2012), .h.g. (2009), Come una preghiera (2007), La vita: avvertenze e modalità d’uso (2005). Nel corso degli anni è stato insignito di diversi premi tra cui uno dei prestigiosi Premi svizzeri del teatro per l’originalità della sua ricerca (2017) e più recentemente l’Hase in Silber dei Die Besten della rivista Hochparterre nella categoria Design (2020). Per il triennio 2021-23 è beneficiario di un contratto di sostegno congiunto con Pro Helvetia - Fondazione svizzera per la cultura, Divisione della cultura Cantone Ticino, Città di Lugano, LAC Lugano Arte e Cultura, Municipio di Novazzano.
Note di regia
La riflessione sul rapporto tra essere umano e mondo vegetale è ormai non più prescindibile. Il testo di Manuela Infante sfida l’antropocentrismo e rivendica il non umano e l'alterità, mettendo in discussione la superiorità e l'autonomia dell'uomo moderno. Nell’avvicinarmici mi ha colpito in modo particolare la relazione che l’autrice costruisce con il tempo, e di conseguenza con la caducità umana. Infante pare dirci che mentre il tempo umano segue il filo di quella logica cronologica che collega nascita e morte, quello delle piante segue criteri altri che prescindono da questa scansione. Seguendo le trame di questa tessitura, ho deciso di lavorare con Ruggero Dondi, affidando alla sua voce, nel contempo fragile e portatrice di mistero, la drammaturgia di un testo che scardina un’evoluzione di tipo narrativo per fondersi nell’evocazione. Lo spazio sonoro originale costruito da Zeno Gabaglio costituisce l’altro elemento fondante di questo procedere. L’ascoltatore è invitato a uscire dai suoi spazi domestici per fruire del lavoro in luoghi della città in cui il rapporto tra uomo e natura non sia sbilanciato a favore del primo, ma in cui un ribaltamento di prospettiva e di priorità è sotteso e ammesso. Questa modalità di fruizione inusuale intende amplificare i significati più profondi del progetto, interrogandosi sulla possibilità di fare arte secondo criteri che declinino l’antropocentrismo permettendosi di non farne necessariamente un fulcro imprescindibile.
Sophie Ambroise
Architetto paesaggista FSAP, si laurea al Politecnico di Milano e si specializza in Paesaggio all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi e all’Ecole Nationale Supérieure du Paysage di Versailles. È membro della Federazione Svizzera Architetti Paesaggisti, di OTIA per i campi di attività, edilizia e paesaggio, dell’Ordine degli architetti pianificatori e paesaggisti della Provincia di Milano, della Commissione Cantonale del Paesaggio (2008-2010) e della Commissione Heimatschutz Gartenpreis (dal 2018). Dal 2001 al 2005 è assistente del Prof Michel Desvigne, architetto paesaggista all’Accademia di Architettura di Mendrisio. È regolarmente invitata in numerose sedi accademiche. I suoi progetti sono stati pubblicati su testate di settore come: Hochparterre, Domus, Gardenia, NipMagazine, Repubblica, Corriere della Sera, Taschen, Ilsole24ore. Vince a Zurigo il premio Hase in Silber per la riqualifica della foce del fiume Cassarate di Lugano (2014), il Premio Oro al Concours National les Victoires du Paysage (Parigi, 2012), alla Biennale d’arte di San Paolo per il progetto Orti condivisi di Chiasso (2006), il Premio speciale della giuria al concorso di progettazione internazionale per una stazione intermodale per treni ad alta velocità (Parigi, 1996).
Nicola Schoenenberger
Vive e lavora a Lugano. Biologo e genetista delle piante, è stato ricercatore in botanica evolutiva all’università di Neuchâtel, poi responsabile dei progetti presso ONG svizzere attive nella protezione della natura e nella conservazione delle risorse genetiche e, per otto anni, conservatore per la botanica al Museo cantonale di storia naturale a Lugano. Attivo in attività di ricerca, consulenza, gestione e divulgazione, si occupa di botanica ed ecologia vegetale, sicurezza biologica e biotecnologie, ecologia urbana, sviluppo e cooperazione internazionale. È membro della Commissione federale per la sicurezza biologica, della Commissione federale per gli affari riguardanti la Convenzione sulla protezione delle specie (CITES), nonché dell’Accademia svizzera di scienze naturali dove partecipa al Forum Biodiversità. Politicamente impegnato per il partito dei Verdi del Ticino, del quale è stato co-presidente, dal 2016 al 2019 siede nel Consiglio Comunale di Lugano dal 2014 e nel Gran Consiglio del Cantone Ticino dal 2019.