Lingua Madre.
Other Lands.
Italiano English
Other Lands, progetto a cura di
Paola Tripoli, è quello spazio, libero dalla retorica, in cui “l'artista dimenticato” si riappropria del pronome personale, della prima persona. Nasce dalla necessità di ascoltare racconti e visioni libere da colonialismi culturali, frutto di palcoscenici diversi. È uno spazio dedicato ad artisti e luoghi dove il rapporto tra creazione artistica e politica vive in zone di pericolo. Creazioni originali dove, come in
Sudafrica - Guarda, la forza di idiomi minoritari assume un significato politico.
In
Egitto e Palestina – Guarda
dove il corpo si dilegua, dove gli spazi si svuotano, dove i riti si modificano.
E la
Polonia – Guarda e ascolta, che vive nel movimento delle donne la creazione di uno spazio artistico ritrovato in difesa della democrazia liberale.
Other Lands, a project curated by
Paola Tripoli, is a rhetoric free zone in which the “forgotten artist” can take back the personal pronoun, the first person. It arose out of the need to listen to stories and visions free from cultural colonialisms, the fruit of different kinds of stages. It is a space devoted to artists and places where the relationship between artistic creation and politics is under threat. Original creations where, like in
South Africa – Watch, the strength of minority languages takes on a political significance.
In
Egypt and Palestine – Watch
where the body is disappearing, spaces are emptying out and rites are changing.
And
Poland – Watch/listen which, through the feminist movement, is rediscovering artistic space in defense of liberal democracy.
Paola Tripoli
Laureata in Lettere e Filosofia con indirizzo Storia del Teatro, negli anni universitari è nel CUT, Centro Teatrale Universitario; si forma alla teoria del teatro con Fabrizio Cruciani, Ferdinando Taviani e incontra nella sua formazione maestri come Eugenio Barba e Leo De Bernardinis. Negli stessi anni partecipa alla redazione della rivista trimestrale L'altro Teatro.
Successivamente svolge attività di studio al DAMS di Bologna. Tra le sue esperienze giovanili partecipa a numerosi progetti presso istituti di detenzione minorile. Dal 1985-1989 lavora al Festival Santarcangelo dei Teatri con diverse funzioni. Sempre negli stessi anni è redattore di Libero Cantiere rivista di poesia, musica, teatro.
Nell’87 partecipa attivamente alla sezione dell’ISTA-Salento curata da Eugenio Barba.
Ricopre diversi incarichi di ufficio stampa per eventi in Italia. Giornalista, collabora con le pagine di cultura e spettacoli di numerosi quotidiani. Nel 2000 assume l’incarico di collaboratore per il del Corriere della Sera / Corriere del Mezzogiorno. Nel 2001 si trasferisce in Svizzera dove lavora come responsabile organizzativo per i progetti nazionali e internazionali del Teatro Pan di Lugano. Nel 2005 è co-direttrice artistica del FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea e a partire dal 2005 è responsabile artistica e del coordinamento del Festival Incontri Teatrali. Dal 2008 al 2010 cura l'ufficio stampa per l’Ufficio Cultura del Comune di Chiasso e nel 2009 è responsabile dell’ufficio stampa Italia per le GDSC Giornate della Danza Svizzera Contemporanea. È stata redattrice del settimanale Ticinosette e del quotidiano La Regione Ticino. È stata membro della giuria esterna del Premio Scenario (Italia) ed è membro della giuria di Premio (Svizzera).
Insieme a Rubidori Manshaft nel 2012 fonda a Lugano Officina Orsi, progetto di ricerca artistica che pratica lo spazio possibile tra teatro, arti performative e installazione. Il progetto unisce le sue competenze a quelle di Rubidori Manshaft, legate all'arte figurativa, all'installazione e alla poesia visiva; produce 12 parole 7 pentimenti, percorso sonoro itinerante, e il progetto video installativo Su l'umano sentire che viene presentato in numerose città svizzere e italiane. Nel 2020 inizia un nuovo progetto di ricerca, in corso di produzione, dal titolo Gli ultimi giorni di Pompei. È a capo di TRE60Arti progetto di approfondimento ai linguaggi artistici. Dal 2016 assume la direzione del FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea di Lugano. Dal 2015 insieme a Carmelo Rifici, direttore artistico del LAC, è ideatrice del progetto editoriale I Quaderni del FIT. È membro di Expedition Suisse, RESO Rete danza svizzera, e di comitato di t.punto. Insieme a Carmelo Rifici è ideatrice di Lingua Madre, Capsule per il futuro.
Tripoli graduated with a degree in literature and philosophy majoring in the history of theatre. During her university years she was in the CUT, Centro Teatrale Universitario; she studied theatrical theory with Fabrizio Cruciani, Ferdinando Taviani and while she was training, encountered masters such as Eugenio Barba and Leo De Bernardinis. During these years she also helped edit the quarterly journal L’Altro Teatro. Later she was involved in study activities at Bologna’s DAMS. Her early experiences include numerous projects in youth detention centres. From 1985-1989 she worked at the Festival Santarcangelo dei Teatri in various functions. During this time she was also editor of Libero Cantiere, a journal of poetry, music and theatre. In 1987 she participated actively in the ISTA section in Salento under Eugenio Barba. She has held various posts in press offices for events in Italy. As a journalist, she contributes to the arts section of many daily newspapers. In 2000 she began a job with the Corriere della Sera/Corriere del Mezzogiorno. In 2001 she moved to Switzerland where she was in charge of organizing national and international projects for the Teatro Pan di Lugano. In 2005 she was co-artistic director of the FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea and from 2005 was artistic manager and coordinator of the Festival Incontri Teatrali. From 2008 to 2010 she ran the press office for the Cultural Office of the Municipality of Chiasso and in 2009 she managed the press office Italy for the GDSC Giornate della Danza Svizzera Contemporanea. She was editor of the weekly Ticinosette and of the daily La Regione. She was a member of the external jury of the Premio Scenario (Italy) and member of the jury of the Premio (Switzerland). In Lugano in 2012, together with Rubidori Manshaft, she founded Officina Orsi, an artistic research project that acts on the possible space between theatre, performance art and installation. The project merges Paola Tripoli’s skills with those of Rubidori Manshaft, connected to figurative art, installations and visual poetry; it produced 12 parole 7 pentimenti, a mobile sound itinerary, and the video installation project Su l'umano sentire which was shown in many cities in Switzerland and Italy. In 2020 she began a new research project, currently in production, entitled Gli ultimi giorni di Pompei. She is head of TRE60Arti a project aimed at exploring art forms. In 2016 she became manager of the FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea di Lugano. In 2015, together with Carmelo Rifici, artistic director of the LAC, she created the editorial project I Quaderni del FIT. She is member of Expedition Suisse, RESO Rete danza svizzera, and of the committee t.punto. Together with Carmelo Rifici she is co-conceiver of Lingua Madre – A Time Capsule.
Sudafrica Sudafrica
Rudi Van der Merwe
Originario di Calvinia, Sudafrica, ha studiato teatro e francese all'Università di Stellenbosch (1996-99) mentre svolgeva un'attività indipendente nel campo del teatro, della danza e della televisione. Dal 1999 al 2002 ha studiato letteratura moderna e cinema all'Università Marc Bloch di Strasburgo e ha partecipato a ex.e.r.ce al CCN Montpellier. Dal 2004 lavora come interprete con Gilles Jobin, Cindy Van Acker, Perrine Valli e Yan Duyvendak e collabora con Ayelen Parolin, Dana Michel, Jòzsef Trefeli, Marie-Caroline Hominal e Béatrice Graf su vari progetti multidisciplinari. Tra le sue creazioni: I’d like to save the world, but I’m too busy saving myself créée, creato in collaborazione con Susana Panadès Diaz, Solstice, Miss En Abyme, Trophée et Buzz Riot. Nel 2014 consegue un diploma in post-produzione presso CADSchool di Ginevra e nel 2015 un diploma post-laurea in cinema presso Raindance London.
Lee-Ann Olwage
È una storyteller visiva e fotografa sudafricana. Il suo lavoro è incentrato sull'identità, la collaborazione e la celebrazione. Utilizza la fotografia come modalità di co-creazione e celebrazione. Con i suoi progetti a lungo termine, mira a creare uno spazio dove le persone con cui collabora possono svolgere un ruolo attivo nella creazione di immagini che sentono racconta le loro storie in un modo che è affermativo e celebrativo.
Ronelda Kamfer
Giovane poetessa, è nata e cresciuta a Città del Capo. Ha iniziato a scrivere da adolescente. Ha debuttato nel 2008 con Noudat slapende honde (Now That Sleeping Dogs) per la casa editrice Kwela che nel 2009 le vale il premio Eugene Marais. Nel 2011 pubblica il suo secondo libro, Grond santekraam, sempre con la casa editrice Kwela, che le vale il premio ABSA Kanna nel 2012. La sua terza raccolta di poesie Hammie (2016) ha ricevuto il premio ATKV woordtrofee nello stesso anno.
Churchil Naudé
È un cantante rap sudafricano e poeta che usa un dialetto Afrikaans per raccontare aspramente la realtà dei neri a Cape Afrikaans. Ha pubblicato due album Kroeskop vol geraas (2015) e Kroesifaaid (2018) e una raccolta di poesie Drol innie drinkwater (2020).
Egitto Egypt
Mohamed Abdelkarim
Nato a El Minya in Egitto nel1983, attualmente vive e lavora al Cairo. La sua pratica è orientata alla performance che considera come un metodo di ricerca e una pratica attraverso la quale produce testi e immagini che incarnano le forme della poesia, della sceneggiatura, del suono e del video. Impiegando e riflettendo su diversi atti performativi come narrare, cantare, ballare, rilevare e fare, il suo lavoro si occupa della performance dei rinnegati in tempi di crisi, complicando il rapporto tra la geografia e colui che fugge. Le sue esibizioni sono state incluse in Guild Master of Cabaret Voltaire Manifesta11, Zurigo, 2016; Sofia Underground Performance Art Festival, Bulgaria, 2016. Come parte della sua pratica performativa, ha fondato tadbiqat – un progetto performativo che riunisce conferenze, dibattiti, letture, risposte critiche e ricerche creative, oltre all'organizzazione di serate di performance intitolate Live Praxes.
Mohamed Abdelkarim
Born in El Minya, Egypt in 1983, he currently lives and works in Cairo. His work is oriented around performance which he considers to be a method for research and a practice through which he creates texts and images that embody the forms of poetry, screenwriting, sound and video. Using and reflecting on different performance acts like narration, song, dance, seeing and doing, his work is about the rejected during times of crisis, complicating the relationship between geography and those who are fleeing. His exhibitions have been included in the Guild Master of Cabaret Voltaire Manifesta 11, Zurich, 2016; Sofia Underground Performance Art Festival, Bulgaria, 2016. As a part of his performative practice he founded tadbiqat a performance project that combines conferences, debates, lectures, critical responses and creative explorations, in addition to organizing performance evenings entitled Live Praxes.
Egypt
Mohamed Abdelkarim
Born in El Minya, Egypt in 1983, he currently lives and works in Cairo. His work is oriented around performance which he considers to be a method for research and a practice through which he creates texts and images that embody the forms of poetry, screenwriting, sound and video. Using and reflecting on different performance acts like narration, song, dance, seeing and doing, his work is about the rejected during times of crisis, complicating the relationship between geography and those who are fleeing. His exhibitions have been included in the Guild Master of Cabaret Voltaire Manifesta 11, Zurich, 2016; Sofia Underground Performance Art Festival, Bulgaria, 2016. As a part of his performative practice he founded tadbiqat a performance project that combines conferences, debates, lectures, critical responses and creative explorations, in addition to organizing performance evenings entitled Live Praxes.
Palestina Palestine
Noor Abuarafeh
Palestinese, vive in Egitto, è un'artista che lavora principalmente con video, performance e testo. Il suo lavoro affronta la memoria, la storia, l'archivio e le possibilità di rintracciare l'assenza. I suoi video e performance sono basati su testo e mettono in discussione la complessità della storia, come viene plasmata, costruita, realizzata, percepita, visualizzata e compresa, e considerano come tutti questi elementi siano legati a fatti e finzione e alla possibilità di immaginare il passato quando ci sono lacune nella documentazione. I suoi video e le opere d'arte socialmente impegnate si basano su interviste, workshop e altre attività condivise. Ha partecipato alla Sharjah Biennale 13 (2017), Off-Binnial - Gaudipolis, Budapest (2017), Qalandia International, Gerusalemme (2016), Intermolecular Spaces, Aalborg (2016), Suspended Accounts, Mosaic Rooms, London (2016), Instant Videos Festival, Francia (2015), Salt and Water, Or Gallery, Canada (2014) e Tokyo Wonder Site, Giappone (2013), tra le altre mostre. Ha conseguito un Master presso l'ECAV, Svizzera, e un BA presso l'Accademia di Belle Arti e Design di Bezalel, Gerusalemme. Nel 2016 è finalista di Emerging Voices Award e vince il secondo premio nel Young Palestinian Artist Award della Fondazione Qattan.
Noor Abuarafeh
A Palestinian living in Egypt, Noor is an artist who works mainly with video, performance and text. Her work deals with memory, history, archives and the possibility of tracing those who are absent. Her videos and performances are based on texts and they question the complexity of history as it is shaped, constructed, realized, perceived, visualized and compressed. They consider how all these components are connected to fact and fiction and the possibility of imagining the past when there are gaps in the documentation. Her socially engaged videos and art works are based on interviews, workshops and other shared activities. She has participated in the Sharjah Biennale 13 (2017), Off-Binnial - Gaudipolis, Budapest (2017), Qalandia International, Jerusalem (2016), Intermolecular Spaces, Aalborg (2016), Suspended Accounts, Mosaic Rooms, London (2016), Instant Videos Festival, France (2015), Salt and Water, Or Gallery, Canada (2014) and Tokyo Wonder Site, Japan (2013), among other exhibitions. She obtained her Masters at the ECAV, Switzerland, and a BA at the Academy of Fine Arts and Design of Bezalel, Jerusalem. In 2016 she was a finalist for the Emerging Voices Award and won second prize in the Young Palestinian Artist Award of the Qattan Foundation.
Palestine
Noor Abuarafeh
A Palestinian living in Egypt, Noor is an artist who works mainly with video, performance and text. Her work deals with memory, history, archives and the possibility of tracing those who are absent. Her videos and performances are based on texts and they question the complexity of history as it is shaped, constructed, realized, perceived, visualized and compressed. They consider how all these components are connected to fact and fiction and the possibility of imagining the past when there are gaps in the documentation. Her socially engaged videos and art works are based on interviews, workshops and other shared activities. She has participated in the Sharjah Biennale 13 (2017), Off-Binnial - Gaudipolis, Budapest (2017), Qalandia International, Jerusalem (2016), Intermolecular Spaces, Aalborg (2016), Suspended Accounts, Mosaic Rooms, London (2016), Instant Videos Festival, France (2015), Salt and Water, Or Gallery, Canada (2014) and Tokyo Wonder Site, Japan (2013), among other exhibitions. She obtained her Masters at the ECAV, Switzerland, and a BA at the Academy of Fine Arts and Design of Bezalel, Jerusalem. In 2016 she was a finalist for the Emerging Voices Award and won second prize in the Young Palestinian Artist Award of the Qattan Foundation.
Polonia Poland
Anka Herbut
è scrittrice, drammaturga teatrale e di danza, ricercatrice e curatrice. Vive e lavora a Varsavia. Nel suo lavoro attraversa costantemente i confini tra pratica artistica, riflessione teorica e attività d'impegno sociale. L'area principale della sua ricerca comprende la poesia, la performing del linguaggio affettivo, le drammaturgie di resistenza, il femminismo e le relazioni tra arte e politica. Ha vinto la borsa di studio Grażyna Kulczyk Contemporary Choreography Research (2019), grazia alla quale sta realizzando un progetto, tuttora in corso, RESISTANCE MOVEMENTS [RUCHY OPORU], in cui si interroga su cosa fanno i corpi e che tipo di pratiche di movimento utilizzano per esprimere provocazione, sfida.
Recentemente è stata artista residente alla Biennale Warszawa, dove ha sviluppato il progetto BRAVE SPACES, in cui indaga il tema della sorveglianza nella pandemia. Conduce una trasmissione radiofonica ANYONE WHO DOESN’T JUMP sulla radio sociale Radio Kapitał, sulle strategie coreografiche di resistenza.
Anka Herbut
Born in 1983, is a writer, dance and theatre dramaturg, researcher and curator living in Warsaw. Constantly crossing the boundaries between artistic practice, theoretical reflection, and socially engaged activities. The main area of her research encompasses poetry, affective language performatics, dramaturgies of resistance, feminism, and the relationships between art and politics. She is a recipient of the Grażyna Kulczyk Contemporary Choreography Research Scholarship (2019), which has provided a framework for an ongoing project Resistance Movements (Ruchy Oporu), in which she questions what bodies do and what kind of movement practices they employ to express defiance. Recently she was a resident of Biennale Warszawa, where she developed project BRAVE SPACES, in which she investigates the body agency and surveillance in the pandemic. She runs a radio broadcast Anyone who doesn’t jump about the choreographic strategies of resistance on the social radio Radio Kapitał.
Justyna Stasiowska
Nata nel 1987 in Slesia (Polonia). Teorica queer, traduttrice, dj, artista del suono. Crea collage da readymade sonori e falsi paesaggi sonori. Lavora come sound designer per danza, teatro e film.
Justyna Stasiowska
Born 1987 in Silesia (Poland). Queer theorist, translator, dj, sound artist. Creates collages from sonic readymades and fake soundscapes. Works as a sound designer for dance, theater and movies.
Ula Wojtkowiak
Vive a Varsavia, attrice, insegnante di recitazione e teatrologa. Ha studiato presso la Facoltà di Teatro dell'Accademia delle Arti dello Spettacolo di Praga (DAMU), e all'Accademia del Teatro Gardzienice e l'Università Jagellonica di Cracovia.
Ora insegna somatica e terapia della danza. Ha vissuto in Italia per diversi anni e ha lavorato come ballerina e mimo all'Opera Nazionale di Roma. La sua principale area di attività è la ricerca del dialogo attraverso il movimento e la danza.
Ula Wojtkowiak
Actress, drama teacher and theatrologist living in Warsaw. Studied at The Theatre Faculty of the Academy of Performing Arts in Prague (DAMU), Gardzienice Theatre Academy and Jagiellonian University in Cracow. Now teaches somatics in dance and therapy. She lived in Italy for several years and worked as a dancer and mime at the National Opera in Rome. Her main area of activity is searching for dialogue through movement and dance.
Karolina Zajączkowska
Nata nel 1990 a Wrocław. Si muove tra arti visive e performance, utilizzando principalmente fotografia, grafica e film. Ha studiato presso l'Istituto di Fotografia Creativa di Opava. È una delle metà del duo artistico DWA ZETA (insieme a Zbiok Czajkowski), con cui nel 2017 fonda il performativo NOBODY CLUB - un falso social club per nessuno. La sua area di interesse incrocia la narrativa visiva, sessualità, politica e teoria dell'immagine.
www.instagram.com/thisisban
Karolina Zajączkowska
Born in 1990 in Wrocław. She maneuvers between visual and performance arts, using mainly photography, graphic design and film. Studied at the Institute of Creative Photography in Opava. She is one half of the artistic duo DWA ZETA (together with Zbiok Czajkowski), in 2017 they’ve established performative NOBODY CLUB - a fake social club for nobody. Her area of interest lies at the intersection of visual narrative, sexuality, politics and image theory.
www.instagram.com/thisisban
The Archive of Public Protests (APP)
è una piattaforma semiaperta per la distribuzione di immagini legate alle tensioni sociali e politiche in Polonia dal 2015 ad oggi. L'Archivio raccoglie tracce visive di attivismo sociale, iniziative di base che si oppongono non solo alle decisioni politiche ma anche alla violazione delle norme democratiche e dei diritti umani. È una raccolta di immagini che costituiscono un monito contro l'aumento del populismo di destra e la discriminazione nel senso più ampio del termine. L'APP è creata da: Michał Adamski, Marta Bogdańska, Karolina Gembara, Łukasz Głowala, Agata Kubis, Michalina Kuczyńska, Marcin Kruk, Adam Lach, Alicja Lesiak, Rafał Milach, Joanna Musiał, Chris Niedenthal, Wojtek Radwański, Bartek Starzski Karolina Sobel, Grzegorz Wełnicki, Dawid Zieliński.
www.archiwumprotestow.pl
The Archive of Public Protests (APP)
is semi-open platform for distributing images connected with social and political tensions in Poland from 2015 until now. The Archive brings together visual traces of social activism, grassroots initiatives opposing not just political decisions but also breaches of democratic norms and human rights. It is a collection of images that constitute a warning against rising right-wing populism and discrimination in the broadest sense of the term. APP is created by: Michał Adamski, Marta Bogdańska, Karolina Gembara, Łukasz Głowala, Agata Kubis, Michalina Kuczyńska, Marcin Kruk, Adam Lach, Alicja Lesiak, Rafał Milach, Joanna Musiał, Chris Niedenthal, Wojtek Radwański, Bartek Sadowski, Paweł Starzec, Karolina Sobel, Grzegorz Wełnicki, Dawid Zieliński.
www.archiwumprotestow.pl
Marek Kazmierski
Nasce in Polonia, cresce in Inghilterra. Scrittore, attore, autore, traduttore, regista e artista visivo. Vincitore del Penguin Decibel Prize e Bike Philosopher of the Year Award nel Regno Unito, curatore del Griffin Trust For Excellence in Poetry in Canada e creatore di Our Great Book Of Poland 2020, la più grande raccolta di poesie tradotte al mondo.
Marek Kazmierski
Born in Poland, raised in England. Writer, actor, author, translator, film-maker and visual artist. Winner of the Penguin Decibel Prize and Bike Philosopher of the Year Award in the UK, trustee of the Griffin Trust For Excellence in Poetry in Canada, and creator of Our Great Book Of Poland 2020 – the largest collection of translated poetry in the world.
Marzenna Smoleńska
Traduttrice dal polacco, italiano e francese. Lavora come freelancer per chè ama la libertà di scegliere. Collabora con l'Istituto Polacco di Roma e la Biennale Teatro di Venezia. Ha tradotto molti testi letterari , tra cui - Thomas Bernhard, Hanoch Levin, Tadeusz Kantor e Dostoyevski. Lavora con Krystian Lupa e Krzysztof Warlikowski, registi del grande teatro polacco contemporaneo. Vive e lavora a Roma.
Marzenna Smoleńska
Translator from Polish, Italian, and French. Working as a freelancer because of her love for freedom of choice. Collaborates with the Polish Institute in Rome and Biennale Teatro di Venezia. Translated loads of literary texts - Thomas Bernhard, Hanoch Levin, Tadeusz Kantor, and Dostoyevski among others. Works with Polish theatre directors Krystian Lupa and Krzysztof Warlikowski. Living and working in Rome.
Poland
Born in 1983, Herbut is a writer, dance and theatre dramaturg, researcher and curator living in Warsaw. Constantly crossing the boundaries between artistic practice, theoretical reflection, and socially engaged activities. The main area of her research encompasses poetry, affective language performatics, dramaturgies of resistance, feminism, and the relationships between art and politics. She is a recipient of the Grażyna Kulczyk Contemporary Choreography Research Scholarship (2019), which has provided a framework for an ongoing project Resistance Movements (Ruchy Oporu), in which she questions what bodies do and what kind of movement practices they employ to express defiance. Recently she was a resident of Biennale Warszawa, where she developed project BRAVE SPACES, in which she investigates the body agency and surveillance in the pandemic. She runs a radio broadcast Anyone who doesn’t jump about the choreographic strategies of resistance on the social radio Radio Kapitał.