Questo tempo in cui l’eccezione si è fatta regola, ha portato con sé incertezza, paura, solitudine, fatica, lutti, ma ha anche saputo svelare, in modo potente e per certi aspetti sorprendente, la nostra voglia di relazione, la nostra solidarietà, il calore e il desiderio di bellezza. Il LAC è per noi questo: desiderio di vita e di bellezza, è un luogo necessario che dobbiamo cercare di frequentare quando e come ci sarà possibile. Non dobbiamo abbandonare il nostro desiderio di arte, di bellezza, di poesia. Il LAC tornerà ad essere la nostra casa, il nostro spazio di incontro. Il luogo dove conoscerci e conoscere. È nostro diritto, ma anche dovere, ricordarcelo e lavorare tutti insieme tenendo bene in mente che il Canton Ticino è un territorio fortunato che gode del privilegio di ospitare uno dei più bei teatri della Svizzera.
Noi non siamo stati con le mani in mano; la seconda chiusura forzata ha dato vita a Lingua Madre - Capsule per il futuro, progetto digitale in cui - insieme ad un comitato editoriale - abbiamo ripensato la creazione artistica sia concettualmente, grazie ad un manifesto declinato in dieci punti, sia nella prassi, producendo decine di creazioni audio, video. Vincitore del Premio Hystrio nella categoria Digital Stage, Lingua Madre ci ha accompagnati nei lunghi mesi della pandemia e continuerà a farlo sia durante il FIT Festival sia nel corso della stagione di teatro danza e musica 2021-22.
Una stagione ricca di nuove produzioni; due già annunciate e mai andate in scena, - Fedra di Leonardo Lidi e La bottega del caffè di Igor Horvat – gli attesi debutti di Trickster-p con Eutopia, di Daniele Finzi Pasca con Nuda, di Metastasis di Gabriele Marangoni qui in forma compiuta dopo il preludio visto in Lingua Madre, di Bros di Romeo Castellucci, artista di cui seguo con attenzione il percorso artistico, al pari di Annamaria Ajmone di cui vedremo La notte è il mio giorno preferito, di Oyes del giovane e promettente Stefano Cordella, del secondo capitolo dell’indagine sui sentimenti condotta da Treppenwitz collettivo ticinese qui diretto da Camilla Parini, della mia nuova creazione a cui sto lavorando proprio in questi giorni, e, in apertura di stagione, del Sogno di una notte di mezza estate, commedia shakespeariana riletta da Andrea Chiodi che dirige un cast vivo, brillante: la comicità come terapia, come rilascio dei pensieri più cupi.
La danza, sia nell’interpretazione dei grandi ensemble sia in assoli o piccole creazioni coreografiche, attraversa la stagione in modo importante; La bella addormentata del Balletto Yacobson di San Pietroburgo e Lo Schiaccianoci nell’interpretazione della celebre Accademia di danza Vaganova, il Ballet du Grand Théâtre de Genève accanto alla Kibbutz Contemporary Dance Company e la prima internazionale di We Want It All, lavoro che riassume la storica collaborazione tra il coreografo Emio Greco e il regista Pieter Scholten. La scena coreografica svizzera sta rivelando talenti come quelli di Alexandra Bachzetsis, Francesca Sproccati, Ruth Childs, Tabea Martin, Lea Moro che vi invito a seguire con attenzione. Accanto a Virginie Brunelle e Annie Hanauer, Lea Moro è tra le protagoniste della prima edizione di LAC Dance Project; il progetto nasce con l’obiettivo di porre le basi per creare un ponte culturale tra Svizzera, Europa e Nord America grazie alla creazione di tre lavori coreografici che vedremo a Lugano in prima assoluta a fine maggio 2022. LAC Dance Project intende valorizzare il rapporto tra arte e corpo e tra corpo e movimento, intuizione che nacque in Ticino, grazie all’esperienza del Monte Verità, consolidata e diffusa nel mondo nelle pratiche di Rudolf Laban.
Pur avendo programmato la stagione superando le mille difficoltà dettate dalla pandemia, non nascondo la soddisfazione di poter annunciare che al LAC vedremo le nuove creazioni di due giganti della scena teatrale mondiale come Christoph Marthaler e Romeo Castellucci, accanto alle prove d’attore di grandi interpreti: Massimo Popolizio, Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Valter Malosti, Giuseppe Cederna, Giorgia Senesi, Bruna Rossi, Massimo Dapporto, Antonello Fassari, Anna Foglietta, Ugo Pagliai, Paola Gassmann, Paola Minaccioni, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.
Una stagione che non trascura di offrire occasioni di musica d’autore come quella di Giovanni Allevi, Goran Bregovic, di intrattenimento grazie a volti noti e amati come Giacomo Poretti, Lella Costa, Virginia Raffaele, Giorgio Panariello, i sempre amati Legnanesi; i grandi musical e il gospel natalizio; nel mese di aprile ospiteremo lo spettacolo che celebra i cinquant'anni di attività dei Mummenschanz, pluripremiata compagnia elvetica conosciuta in tutto il mondo per l’indiscussa originalità del loro linguaggio scenico.
La stagione è tutto questo e molto altro grazie a numerose collaborazioni: continua il virtuoso e necessario rapporto con FIT Festival, che quest’anno festeggia i suoi trent'anni, rassegna capace di leggere il presente nella sua complessità, così come il percorso condiviso con la mediazione culturale per le proposte dedicate alle famiglie nell’ambito del programma LAC edu, la Rassegna Senza confini – Teatro Pan e con PiazzaParola per la letteratura. Prosegue il consolidato legame con la rassegna HOME al Teatro Foce, e la collaborazione con il Centro Artistico MAT, diretto da Mirko D’Urso, per la costruzione di una rassegna di spettacoli dedicati agli artisti più giovani. Continua il sostegno a Luminanza, progetto di formazione per giovani autori teatrali, iniziativa che intende essere un vero e proprio “reattore per la drammaturgia contemporanea”nel Canton TIcino. Prosegue la collaborazione con l’Orchestra della Svizzera Italiana in occasione del concerto di San Silvestro e di Presenza, prima edizione del festival di Pentecoste di cui sarà protagonista la celebre violoncellista Sol Gabetta.
Condivido e faccio mio il ricordo del nostro ca- ro Sindaco che si è congedato in modo così inaspettato e doloroso. La vita alle volte ci po- ne davanti a tragiche cesure che non possia- mo fare altro che cercare di superare con coraggio. Concludo, ancora una volta, ringra- ziandovi per esserci sempre vicini, ‘nella buo- na e nella cattiva sorte’, augurandomi di incontrarvi presto nella nostra bellissima ‘casa’.