domenica 18 maggio

Sala refettorio
Gratuito

Il progetto Ricamo come Narrazione nella mostra Sentimento e osservazione. Arte in Ticino 1850-1950. Le collezioni del MASI è parte del progetto Embroiderers of Actuality ideato dall'artista transdisciplinare Abdelaziz Zerrou e Aglaia Haritz, artista e mediatrice culturale per l’inclusione e accessibilità, che desidera mettere in dialogo e coinvolgere un gruppo di donne e uomini rifugiati provenienti da diverse parti del mondo che ora si trovano nei centri di accoglienza nel sud della Svizzera con persone del luogo.

Attraverso l’incontro e il ricamo e utilizzando l’arte come ponte per conoscere, avvicinare, rammendare, narrare storie e ricamare disegni, il museo propone un’attività rivolta ad un gruppo che includa anche rifugiati che ora si trovano nei centri di accoglienza nel sud della Svizzera. È un’occasione per condividere le proprie esperienze tra tutti i/le partecipanti: scegliendo colori e motivi personalizzati, il processo permette di trasformare il ricamo in una narrazione visiva e simbolica.

Il 18 maggio 2025 il Consiglio Internazionale dei Musei (ICOM) organizza la Giornata Internazionale dei Musei con l’intento di sottolineare il ruolo di trasformazione dei musei nella società, concentrandosi in particolare sul tema “Il futuro dei musei nelle comunità in rapido cambiamento”. Con una particolare attenzione alla promozione dell’inclusione e della conoscenza dei patrimoni, il MASI aderisce anche quest’anno offrendo l’ingresso gratuito per tutta la giornata e promuovendo una serie di attività di mediazione culturale, di cui Ricamo come Narrazione fa parte. 

Nato nel 1982 a Casablanca, l'artista transdisciplinare svizzero-marocchino Zerrou si è diplomato all'Istituto Nazionale di Belle Arti di Tetouan e attualmente vive e lavora tra Casablanca e Vira Gambarogno. 
La sua pratica artistica spazia dal video all'installazione, dalla scultura al disegno, concentrandosi su figure simboliche universali, sulle loro rappresentazioni grafiche e sull'interazione tra linguaggio, storia e cultura visiva. Zerrou si impegna con le comunità locali per affrontare questioni contemporanee sia globali che locali. Il suo fascino per il potere dei simboli, delle parole e della memoria collettiva è alla base di una pratica artistica che decostruisce e reinterpreta l'immaginario che plasma la nostra coscienza collettiva, sfidando le percezioni e invitando alla riflessione critica. 
Esplorando temi come l'identità, le strutture politiche e le narrazioni culturali, il suo lavoro ricontestualizza simboli familiari all'interno di nuovi discorsi estetici. Utilizzando tecniche miste, gioca con gli strati di significato, evocando tensioni tra visibilità e invisibilità, passato e presente, potere e vulnerabilità. 
Zerrou ha esposto in sedi quali il Museo Mohammed VI di Arte Moderna e Contemporanea di Rabat, il Museo della Fotografia e delle Arti Visive di Marrakech, il New Art Exchange di Nottingham, in Inghilterra, e La Regionale a Villa Ciani a Lugano. 
Ha ottenuto importanti residenze, tra cui la Dar Al Ma'mûn Foundation di Marrakech, la Capitale Europea della Cultura a La Valletta, Malta, la Cité Internationale des Arts di Parigi e l'HYam Prize di Hydra. 

Cresciuta a Vira Gambarogno, Aglaia Haritz è diplomata alla scuola d’arte ENSA di Limoges. Ha vissuto a Berlino e Zurigo come artista e ha condotto il progetto artistico-sociale “Embroiderers of Actuality” spostandosi spesso nei paesi attorno al Mediterraneo. 
Dal 2006 ha lavorato per diverse associazioni che si occupano di persone con diversità in Svizzera (PluSport, Procap, Inclusione handicap Ticino) e in Germania (Lebenshilfe) e dal 2010 era responsabile dei gruppi vacanze. 
Ha seguito la formazione di arteterapia all’istituto per l’arteterapia umanistica (IHK) di Zurigo, dal metodo di Bettina Egger. Nel 2018 ha ottenuto il diploma LOM (pittura orientata alla soluzione) e nel 2016 il certificato POM (pittura orientata alla persona). 
Dal 2017 lavora in qualità di referente per l’accessibilità e l’inclusione presso LAC Lugano Arte e Cultura, collaborando in particolare con il Museo d’Arte della Svizzera italiana (MASI). 

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