Il collettivo olandese Wuderbaum – fondato dall’attrice, autrice e regista Marleen Scholten – prosegue la sua ricerca sulle conseguenze private date dalle sovrastrutture sociali della nostra società, con un’attenzione particolare al modo in cui una persona può arrivare a un atto disperato, seguendo la vicenda di una famiglia impegnata in un rito importante, quello del pasto.
Una famiglia comune viene chiusa in una casa, comune, non troppo grande. È una famiglia come tante, comune, forse con pochi soldi rispetto alle altre. Hanno tutti bisogno di uno spazio non comune – privato – dove trascorrere il tempo per conto proprio. Chi è questa famiglia comune?
Le domande della compagnia Wunderbaum abbracciano la definizione di spazio e i limiti della parola “comunità”. E come si fa a salvare gli altri, se non siamo in grado di salvare noi stessi?
Il disperato è una tragedia moderna senza uscita, ispirata alle grandi difficoltà economiche e alle tensioni generatesi in molti nuclei famigliari negli ultimi due anni. La violenza, la rabbia e la distanza sociale è cresciuta. Abbiamo ancora speranza? Come può una persona arrivare ad un atto disperato?
Lo scrittore francese François Mauriac dice: “Che cos’è, un mostro? Io cerco di descrivere delle creature, dove il sublime e il ripugnante, gli impulsi più bassi e le aspirazioni più alte sono inestricabilmente intrecciati. Quelli sono i miei mostri”.