Tagliando e ricucendo ricordi fotografici e indossando un costume da orso polare, Camilla Parini condivide una versione inedita della sua storia personale giocando tra il reale e il fantastico, tra l’incapacità di definirsi e il bisogno di raccontarsi.
«Mia nonna si divertiva a raccontare bugie, o almeno a me piaceva pensare che per lei fosse un divertissement e che, in fondo, il suo fosse solo un modo per raccontare la sua verità. Un giorno mi ha detto: ricordati di cercare l’orso! Poi in mezzo è passata la vita, e io mi sono dimenticata di tante cose».
Attraverso una narrazione del ricordo e un incontro uno a uno, l’artista ticinese compone e scompone un’idea di famiglia, di appartenenza identitaria e di memoria. Siamo ciò che ricordiamo? Quanto è importante il luogo da cui proveniamo? E le storie che ci raccontiamo?