Evento passato

07 settembre 2024

Sala 1

20:00

La Sala 1, con la programmazione curata dal club luganese Jazz in Bess, ospita tre formazioni in un viaggio alla scoperta delle tante anime del jazz. Si comincia con i Satoyama, vincitori del progetto “Nuova Generazione Jazz 2023”, una delle band più innovative del giovane jazz italiano, che si contraddistingue per una profonda ricerca di un suono e di uno stile riconoscibile e per la creazione di una musica immaginifica e onirica.  Il nome e il sound di questa formazione derivano dal termine giapponese composto dagli ideogrammi “Sato” (villaggio) e “Yama” (montagna), ecosistema in cui civiltà e natura coesistono, mescolandosi in modo armonioso. A seguire jazz elvetico di prim’ordine con il Manu Gesseney Quartet che nella propria ricerca musicale tra swing e groove propone un mix di composizioni originali e tradizionali standard jazz. In chiusura, la performance dei Gaia Cuatro, un gruppo nato dall’incontro tra alcuni dei più talentuosi e innovativi musicisti della scena jazz giapponese e argentina. Un esempio di come la musica riesca a tessere legami tra mondi lontani; il risultato è un affascinante intreccio di contaminazioni sonore.

 

 

 

Programma

Ore 20:00
Satoyama (IT)
Luca Benedetto tromba, tastiera
Christian Russano chitarre, elettronica
Marco Bellafiore contrabbasso, elettronica
Gabriele Luttino batteria, glockenspiel, elettronica

Ore 21:15
Manu Gesseney Quartet (CH)
Manuel Gesseney sax alto 
Dave O’Brien piano
Blaise Hommage contrabbasso
Antoine Brouze batteria

Ore 22:45
Gaia Cuatro (JP/ AR)
Aska Kaneko violino, voce
Gerardo Di Giusto pianoforte
Carlos “El Tero” Buschini basso, contrabbasso
Tomohiro Yahiro batteria

Nasce nel 2013 dall’incontro di quattro musicisti di formazione diversa, uniti dall'obiettivo di mettere in musica le loro esperienze. Autori di una  musica di confine con larghe influenze jazz e progressive rock, passando anche dalla world music, fin dall’inizio si dedicano alla creazione di musica originale profondamente immaginifica ed onirica che gli vale numerosi premi. “Spicy green cube” la loro prima uscita discografica, datata 2015, è accolta con grande favore da critica e pubblico. A fine 2016, realizzano un tour in Svezia e Danimarca, accompagnati da Johnny Wartel sassofonista svedese con cui incidono “In Sweden”. Il loro terzo album “Magic Forest” (2019), pubblicato da Auand Records e ispirato ai temi ambientali, è stato premiato come uno dei 100 migliori dischi del 2019 dal giornale JAZZIT. Il loro progetto “Build a Forest” nasce dall’esigenza di far convivere la musica con l’interesse per l’ecologia e li ha portati nel 2020 a realizzare in Russia  un tour a zero emissioni di CO2. Da questa esperienza nasce “Rails” docufilm diretto da Fabio Dipinto.

Nato a Montreux nel 1980, l’altosassofonista Manuel Gesseney è una delle voci significative del jazz romando contemporaneo. Formatosi alla scuola professionale dell’AMR e al Conservatorio di Ginevra, ha dato vita a diversi progetti personali creando i gruppi NK (Suisse Diagonales Jazz, 2009) e Red Planet (1° premio al concorso di Montreux Jazz, 2011). Si è esibito con numerosi importanti musicisti svizzeri ed internazionali tra cui William Parker, Hamid Drake, Ohad Talmor, Matthieu Michel, Michel Wintsch… Dopo anni di esperienza come solista sulla scena nazionale ed internazionale, torna a suonare con un gruppo tutto suo;  affiancato da  musicisti magnifici, presenta un repertorio di composizioni originali, poetiche e avventurose, invitando chi ascolta a realizzare un viaggio onirico.

Un quartetto per metà argentino e per metà giapponese, in cui ciascun musicista porta l’eredità musicale dalla propria terra. Il risultato non è né tango né un intreccio di sonorità orientali: nella loro musica tutto si fonde lasciando intravedere le origini ma sfumandone i confini. Capaci di dare vita a improvvisazioni fuori dagli schemi, creano un gioco di specchi tra passione sudamericana e raffinatezza nipponica: un gruppo che ha saputo risolvere l’equazione che riunisce musica sperimentale e canzoni orecchiabili. Attivi da venti anni, hanno lasciato poche ma meravigliose testimonianze discografiche (su etichetta Abeat); per un paio di esse svetta l’inconfondibile suono della tromba di Paolo Fresu.

Loading...