martedì 28 gennaio

Sala Teatro
Da 56.- a 80.- CHF

La Cetra Barockorchester Basel
Andrea Marcon
, clavicembalo e direzione
Julija Ležneva, soprano
Valer Sabadus, controtenore

Georg Friedrich Händel
Ouverture e aria “Come nembo che fugge col vento” dall’oratorio Il trionfo del tempo e del disinganno, HWV 46a

Antonio Vivaldi
Aria “Gelido in ogni vena” dall’opera Farnace, RV 711
Concerto per due violoncelli, archi e cembalo in sol minore, RV 531

Georg Friedrich Händel
Duetto “Il voler nel fior degli anni” dall’oratorio Il trionfo del tempo e del disinganno, HWV 46a

Antonio Vivaldi
Aria “Zeffiretti, che susurrate” dall’opera La fida ninfa, RV 714
Aria “Vedrò con mio diletto” dall’opera Giustino, RV 717

Francesco Geminiani
Concerto grosso in re minore, op. 5 n. 12 La follia

Georg Friedrich Händel
Aria “Venti turbini” dall’opera Rinaldo, HWV 7

Antonio Vivaldi
Aria “Agitata da due venti” dall’opera Griselda, RV 718

Georg Friedrich Händel
Duetto “Caro! Bella!” dall’opera Giulio Cesare, HWV 17


Una musica che sa “parlare” al pubblico di oggi con la stessa freschezza d’un tempo: ecco la magia creata a ogni esecuzione dall’orchestra barocca La Cetra di Basilea, che durante questa stagione festeggia 25 anni di attività e finalmente debutta al LAC.

Barocca già nel nome (di vivaldiana memoria), la compagine guidata dal direttore veneto Andrea Marcon maneggia da sempre con destrezza i grimaldelli interpretativi di un repertorio distillato in trattati sapienti e secoli di prassi esecutiva, puntando su un approccio dinamico, incisivo e di ineguagliabile effetto. Il programma selezionato si configura come un viaggio musicale settecentesco fra Italia e Inghilterra, in compagnia del controtenore di origine rumena Valer Barna-Sabadus (1986), vincitore dell’Händel Music Prize 2020 di Halle, e del soprano russo Julija Ležneva (1989), pupilla di Kiri Te Kanawa, allieva di Elena Obraztsova a San Pietroburgo e Alberto Zedda all’Accademia rossiniana di Pesaro. Arie e duetti tratti da celebri opere e oratori, inframmezzati da fastose pagine strumentali, seguendo la “destinerranza” artistica di Vivaldi, Händel e Geminiani. Furori e languori cristallizzati in stereotipate pose arcadiche, tra palpitanti cinguettii e tempestosi affanni, intessuti in un ordito compositivo trepidante, giocato sulla logica del contrasto e tutti volti a creare meraviglia nello spettatore. È questa una musica di rapinosa bellezza che fra chiaroscuri avvincenti pone in risalto l’espressività e la potenzialità drammaturgica delle linee melodiche.

 

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