Accantonato per diverso tempo a livello discografico, Scofield ha rivalutato il classico formato del trio chitarra-basso-batteria in tempi recenti. Ultimamente con questa nuova line-up, di cui fanno parte Bill Stewart alla batteria, suo regolare collaboratore sin dagli anni ’90, e Vicente Archer al basso, un musicista con un gran senso dello swing e delle accentuazioni ritmiche.

John Scofield è indubbiamente uno dei chitarristi più influenti della scena jazz odierna, un artista a suo agio in diversi stili musicali tutti affrontati con raro gusto. Già notato accanto a Gerry Mulligan e Chet Baker, Charles Mingus, Billy Cobham e George Duke, Scofield si era segnalato al grande pubblico nei primi anni ’80 al momento del ritorno sulle scene di Miles Davis. Suo collaboratore fino al 1985, Scofield si è da lì in poi affermato tra i maggiori stilisti della chitarra in chiave contemporanea, accanto a Metheny, Frisell, Abercrombie. Una delle sue carte vincenti è da sempre la spinta a contaminare stilemi e linguaggi verso nuove prospettive musicali. Ha una trentina di album a proprio nome, dal “solo” al quintetto, per le maggiori etichette del jazz.
Il formato del trio gli si addice particolarmente sin dalla fine degli anni ’70, quando suonava con Steve Swallow al basso e Adam Nussbaum alla batteria. Con Stewart e Archer ha dato vita ad una formazione unita da una sinergia speciale, in cui la musica spazia da brani di jazz a classici rock e blues, da composizioni originali di Scofield ad estemporanee improvvisazioni. Il loro ultimo disco, pubblicato nell’ottobre 2023 ed intitolato Uncle’s John Band (ECM), offre tra l’altro riletture di Dylan, dei Grateful Dead (la title track), di Bernstein, di Miles Davis.