sabato 10 maggio

Jazz in Bess
35.- CHF

Henri Texier contrabbasso
Sébastien Texier sax contralto, soprano
Sylvain Rifflet sax tenore, flauto
Manu Codjia chitarra elettrica
Gautier Garrigue batteria

A trent’anni dal precedente An Indian’s Week, Henri Texier, settantanove anni appena compiuti, gloria del jazz transalpino, presenta Indian’s Life con un quintetto che lo vede accanto a Sébastien Texier, Sylvain Rifflet, Manu Codjia e Gautier Garrigue.

Contrabbassista francese e figura storica del moderno jazz europeo, Henri Texier ha una carriera invidiabile iniziata alla metà degli anno '60. Ha diretto proprie formazioni insieme ad Aldo Romano, Louis Sclavis, Joe Lovano, Paolo Fresu, dando vita ad una discografia che ne evidenzia la vivace progettualità. Con il suo nuovo album, intitolato Indian’s Life, Texier chiude un trittico discografico (iniziato nel 1993 con An Indian's Week e proseguito nel 2016 con Sky Dancers); ancora una volta, produce un’opera di musica vibrante in sintonia con la psiche dei nativi americani.

Sul palco con Henri Texier si esibiranno il figlio Sébastien Texier al sassofono contralto e soprano, Sylvain Rifflet al sassofono tenore e flauto, Manu Codjia alla chitarra elettrica e Gautier Garrigue alla batteria.

 

Henri Texier nasce a Parigi nel 1945. È una delle figure più rilevanti della scena jazzistica francese sin dagli anni Sessanta, quando, ispirandosi a Wilbur Ware – uno dei più avventurosi bassisti degli anni Cinquanta –, accompagnava grandi solisti americani in tournée in Francia e in Europa.
Dopo aver maturato esperienze al fianco di artisti come Johnny Griffin, Bill Coleman, Chet Baker, Kenny Drew, Donald Byrd e Bud Powell, è stato tra i primi in Europa a sperimentare il free jazz di Ornette Coleman, arrivando a suonare con Don Cherry. 
Co-leader di un influente trio insieme al sassofonista François Jeanneau e al batterista svizzero Daniel Humair, membro nei primi anni Settanta della fantastica European Jazz Machine di Phil Woods, il mondo musicale di Texier si è successivamente arricchito di influenze balcaniche, mediorientali, africane, latinoamericane.
Negli anni Ottanta ha dato vita al Transatlantik Quartet con Joe Lovano, Steve Swallow e Aldo Romano, diventando uno degli artisti di punta dell’etichetta Label Bleu di Michel Crier. Gli anni Novanta sono stati segnati dalle esibizioni e dagli album realizzati con il trio composto con Louis Sclavis e Aldo Romano: il concept-album Carnet de Route (di grande successo, grazie anche alle fotografie di Guy Le Querrec) e il successivo Suite Africaine testimoniano questo periodo segnato da riferimenti e rimandi alla musica del grande Continente.
Sempre negli anni Novanta, Texier inizia ad interessarsi alla cultura degli indiani nordamericani anche in relazione all’influenza che aveva esercitato su di lui il celebre collega contrabbassista e compositore Charles Mingus, in cui scorreva sangue pellerossa. Negli album An Indian's Week (1993), Sky Dancers (2016) e nel recente An Indian's Life (che chiude una sorta di trittico informale) la causa amerindiana e la figura quasi mitologica dell'“indiano” diventano al tempo stesso matrice immaginaria e motore poetico del suo gesto artistico.

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