Antonio Ballerio e Tatiana Winteler, volti noti del panorama teatrale della Svizzera italiana, sono i protagonisti di un reading su Ceneri alle ceneri, penultima commedia di Harold Pinter, Premio Nobel per la letteratura 2005.
Due personaggi: un uomo e una donna, Devlin e Rebecca. Non è specificato se sono amanti, se sono marito e moglie. Forse lo sono, però. La donna inizia a svelare parti di un passato che da indecifrabile, attraverso le domande sempre più incalzanti dell’uomo, si fa oscuro, atroce. La memoria di Rebecca permette di aprire squarci sulle tragedie e gli orrori del secolo scorso. Le azioni descritte, legate alla figura di un amante prevaricatore e violento, ci fanno conoscere l’eterna condizione di oppresso e oppressore, di vittima e carnefice.
Il tema della violenza – e della sua allarmata e inquietante denuncia – è infatti il vero leitmotiv dell’intera produzione di Pinter: “Nelle sue commedie ha scoperto il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni ed è entrato nelle chiuse stanze dell’oppressione” (dalla motivazione per l’assegnazione del Premio Nobel per la letteratura).
Evento passato
19 agosto 2021
Agorà
di
Harold Pinter
traduzione
Alessandra Serra
regia
Antonio Ballerio
con
Antonio Ballerio
Tatiana Winteler
musiche
Laurie Anderson
Antonio Ballerio
Attore e regista, lavora con prestigiosi attori del teatro italiano tra cui Giancarlo Sbragia, Sergio Fantoni, Valentina Fortunato, Luigi Vannucchi, Ivo Garrani, Paola Mannoni, Franco Parenti, Piero Mazzarella, Giorgio Albertazzi, Gianrico Tedeschi, Eros Pagni, e con registi quali Virginio Puecher, Luigi Squarzina, Giorgio Marini, Andrée Ruth Shammah, Gianni Mantesi.
Lavora con il Teatro La Maschera di Lugano diretto da Alberto Canetta. Fonda con Ketty Fusco e Silli Togni la compagnia Luganoteatro, poi Labyrinthos, di cui sarà direttore artistico.
Collabora come attore con Emanuele Santoro, Luca Spadaro e Massimiliano Zampetti. Coproduce spettacoli per il Teatro di Chiasso, il Teatro Sociale di Bellinzona e il LAC di Lugano dove, per l’inaugurazione, scrive, interpreta e firma la regia di uno spettacolo su Cechov, Non ogni notte la luna, ed è nel cast del Gabbiano per la regia di Carmelo Rifici.
È protagonista del film Armonica a bocca, opera prima di Piero Natoli con sceneggiatura di Marco Bellocchio, e di Laghi profondi di Bruno Soldini, presentato dalla RSI al Festival di Venezia nella sezione TV-movies. Con Carlo Vanzina ha ruoli di rilievo in film con Pozzetto, Montesano e Paolo Villaggio. Lavora con Alberto Bevilacqua. Partecipa a Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino, al fianco di Toni Servillo. Partecipa a molte fiction televisive sia in Italia che in Svizzera, ed è protagonista di molti sceneggiati radiofonici prodotti dalla RSI.
Tatiana Winteler
Inizia con Alberto Canetta e Michel Poletti. Si diploma al Piccolo Teatro di Milano.
Lavora, tra gli altri, con Giorgio Albertazzi, Gianrico Tedeschi, Adriana Asti, Lina Volonghi, Tino Schirinzi, Manuela Kustermann, Aroldo Tieri, Franco Branciaroli, Flavio Bucci, Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses.
È stata diretta da molti registi, tra cui Luigi Squarzina, Giancarlo Nanni, Giancarlo Sepe, Adrée Ruth Shammah, Armando Pugliese e Liliana Cavani.
Ha fatto parte del Teatro dell’Elfo, con le regie di Gabriele Salvatores e Elio de Capitani, e del Teatro Out Off, con le regie di Lorenzo Loris.
In Ticino è stata diretta da Antonio Ballerio nell’Attesa e in Non ogni notte la luna; al Teatro Sociale di Bellinzona da Ferruccio Cainero e Flavio Stroppini; da Luca Spadaro al Museo Vela.
Per il cinema ha lavorato, tra gli altri, con Marco Bellocchio, Dario Argento, Peter Greenaway, Dino Risi, Citto Maselli, Francesco Nuti, Carlo Vanzina, Bindu de Stoppani e Duccio Chiarini.
Per le fiction si ricordano Un medico di famiglia e tantissime produzioni televisive e radiofoniche della RSI.
Per comprendere e apprezzare pienamente “Ceneri alle ceneri” occorre affidarsi alla motivazione che ha coronato Harold Pinter con il premio Nobel per la letteratura nel 2005: “Nelle sue commedie ha scoperto il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni ed è entrato nelle chiuse stanze dell’oppressione”. E aggiungerei, come ha scritto Guido Davico Bonino, che Pinter esplicita, in termini di allarmata e inquietante denuncia, quel tema della violenza che è poi il vero leitmotiv dell’intera sua produzione. E ci aiutano le parole di Pinter stesso pronunciate durante un’intervista: “Quando guardiamo dentro a uno specchio noi pensiamo che l’immagine di fronte a noi sia fedele. Ma muoviamoci di un millimetro e l’immagine cambia. Noi stiamo in effetti assistendo a un infinito gioco di specchi. Ma a volte uno scrittore deve rompere lo specchio - perché è dall’altra parte di quello specchio che la verità ci fissa”. Queste premesse ci servono per introdurci a “Ceneri alle ceneri” - la penultima commedia scritta da Pinter - e ai suoi due personaggi: un uomo e una donna, Devlin e Rebecca. Non è specificato se sono amanti, se sono marito e moglie. Forse lo sono, però. La donna inizia a svelare parti di un passato che da indecifrabile, attraverso le domande sempre più incalzanti dell’uomo, si fa oscuro, atroce. E attraverso la memoria di Rebecca (attenzione al nome!) si aprono squarci sulle tragedie e gli orrori del secolo scorso. Le azioni descritte, legate alla figura di un amante prevaricatore e violento, (e se fosse Devlin - ovvero il marito?) ci fanno conoscere l’eterna condizione di oppresso e oppressore, di vittima e carnefice.
La magia di Pinter sta nel linguaggio. Sotto l’apparente semplicità si nasconde una ricchezza infinita di significati più complessi. L’ambiguità è sempre in agguato. “Non vi è una rigida distinzione tra ciò che è reale e ciò che è irreale, tra ciò che è vero e ciò che è falso. Una cosa non è necessariamente vera o falsa: essa può essere vera e falsa insieme. Credo che ancora oggi queste asserzioni abbiano senso e si applichino all’esplorazione della realtà attraverso l’arte. Perciò come scrittore rimango loro fedele, ma come cittadino non posso farlo. Come cittadino devo chiedere: che cosa è vero? Che cosa è falso?”. Così scriveva Pinter nel 1958. E penso che oggi sia ancora più vero.
Antonio Ballerio