Paolo Angeli chitarra sarda preparata
con la partecipazione speciale di Marco Mezquida pianoforte
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Paolo Angeli chitarra sarda preparata
con la partecipazione speciale di Marco Mezquida pianoforte
Esistono pochi musicisti al mondo come Paolo Angeli. Considerato tra i più importanti innovatori con radici della scena internazionale, è approdato ad una sintesi di linguaggio in cui ha collocato nella contemporaneità la musica tradizionale sarda, tracciando un ponte ideale tra memoria e innovazione, approdando ad una musica d’avanguardia mediterranea. La sua chitarra rappresenta il fulcro della sua attività da solista: uno strumento d’orchestra - dotato di 18 corde, martelletti come il pianoforte, eliche per la realizzazione di bordoni e melodie assimilabili alla ghironda - suonato in pizzicato, con l’archetto, in funzione rumorista e percussiva. Una chitarra davvero speciale che ha fatto innamorare Pat Metheny che ne ha commissionata una tutta per sé.
In questo viaggio tra isole mediterranee Paolo Angeli incontra il pianismo mediterraneo di Marco Mezquida ospite speciale di questo concerto. Ascolteremo una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise, pop minimale, post-rock e canto ancestrale.
“Il viaggio in solitario è quanto di più bello possa esistere. Ti confronti con la tua intimità, con il passare del tempo, con musiche che ti appartengono. In un certo modo non è molto diverso dal veleggiare tra diverse isole, tenendo conto delle onde, delle correnti e di tutti gli imprevisti che avvengono nelle esplorazioni sottocosta. Ogni volta cerco di spostare il margine di rischio con la consapevolezza che ad attendermi c’è la terraferma. E li affiorano le composizioni, isole da esplorare e abbandonare per continuare ad assaporare la bellezza della navigazione nell'immenso mondo della musica.” (Paolo Angeli)
Paolo Angeli
Cresce con il viso rivolto verso il mare, a Palau, nella punta nord della Sardegna. Partendo dallo strumento tradizionale ha ideato una vera e propria chitarra orchestra: 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile. Con questa singolare creazione il musicista sardo rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise, pop minimale, post-rock. A partire dalla metà degli anni ‘90, Paolo Angeli ha pubblicato 10 album da solista. Dal 2005 vive a Barcellona e suona regolarmente in tour nei più importanti festival e teatri di tutti i continenti. Nel 2018 Angeli si è esibito alla Carnegie Hall di New York, entrando così nella rosa dei più importanti musicisti “innovatori con radici” della scena mondiale. Se determinante negli anni ‘90 fu l’incontro di Paolo Angeli con l’anziano custode delle forme galluresi e logudoresi Giovanni Scanu e con il maestro indiscusso dell’avanguardia Fred Frith, altrettanto importante si rivela nel 2003 la richiesta di un nuovo modello di chitarra sarda preparata da parte del chitarrista statunitense Pat Metheny. Ha improvvisato e collaborato con Fred Frith, Iva Bittova, Hamid Drake, Evan Parker, Antonello Salis, Pat Metheny, Jon Rose, ….
“Poliglotta. La lingua degli angeli”
Scriveva John Cage negli anni ‘50 che per stare nella contemporaneità ci vogliono più occhi e orecchie di quelle che abbiamo “naturalmente” in dotazione. E aveva ragione. Oggi per parlare ai nostri cuori induriti da oltre un anno di pandemia e di futuri incerti forse, oltre ad aver bisogno di più occhi e più orecchie, necessitiamo anche di più lingue. Più lingue per intercettare e tradurre i messaggi degli angeli e metterci in vibrazione con le lingue del fuoco e dell’energia, le lingue della morte e della resurrezione, le lingue dei numeri e quelle dei sogni, le lingue dell’elettricità e quelle degli abbracci.
Questa sezione del LAC en plein air farà vibrare le lingue: quelle degli angeli nascoste nella forza dei suoni e quelle parlate, dai dialetti locali come il pugliese o il catalano a quelle internazionalmente riconosciute e riconoscibili come il castigliano fino a quelle assolutamente incomprensibili come l’estone o il mongolo. Lingue sconosciute e violini barbari, ninne nanne avvolgenti e beats elettronici, canzoni di speranza e testamenti funebri, amori perduti e stornelli di feste tutto in sole nove tappe.
Saul Beretta, curatore
“Sii dolce con me. Sii gentile.
È breve il tempo che resta.
Poi saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo dell’umano.
Come ora ne abbiamo dell’infinità. [...]”
(Mariangela Gualtieri)