Diretto da Carmelo Rifici, Paolo Pierobon incarna la statura e la complessità, le luci e le ombre di Alcide De Gasperi, uomo e statista che aderisce totalmente al suo compito politico tanto da non vedere più i confini tra sé e la nazione, caricandosene il peso e diventandone poi, inevitabilmente, artefice e vittima.
“Lo spettacolo – spiegano Rifici e Dematté – racconta, attraverso il percorso interiore di un importante uomo politico europeo, gli anni della formazione del Patto Atlantico e della nascita dell’Europa che oggi conosciamo e viviamo. Attraverso i dialoghi intimi con la figlia, un avversario politico come Palmiro Togliatti, un importante ambasciatore americano e un giovane ragazzo protagonista della riqualificazione di Matera, indaghiamo l’animo di Alcide De Gasperi per sviscerare la nostra idea di democrazia e di libertà.
I luoghi in cui avvengono i dialoghi sono simboli della nostra storia e rispecchiano lo spazio interiore sempre privato e sempre pubblico, caratteristico dello statista. Lo spettacolo crea una rappresentazione del dilemma democratico europeo: il politico vuole dimostrare al popolo del futuro e a sé stesso la possibilità di una buona democrazia; i dialoghi, però, mostrano tutta la fragilità e la contraddizione della democrazia occidentale, nata, dopo la Seconda Guerra Mondiale, sul compromesso e sugli interessi di alcuni stati e di quelle che cominciano a delinearsi come superpotenze. Attraverso l'uso massiccio delle parole stesse dello statista, ci siamo dati il compito di immaginare perché e come il linguaggio di De Gasperi si sia trasformato e abbiamo voluto indagare le ragioni umane delle sue scelte, negli anni che vanno dal ‘46 al ‘54.”