Fabiana Iacozzilli, regista romana che si è imposta sulla scena con spettacoli dal forte impatto visivo, firma la regia di En Abyme, lavoro scritto da Tolja Djoković intorno al tema dell’immersione in profondità senza fondo, dell’abisso come presenza sottile e costante. Un canto continuo in cui immagini, azioni, ambienti, suoni e parole dialogano, costruendo sensi inediti.
Alla base del testo le esplorazioni negli abissi oceanici ad opera di James Cameron: come il regista canadese raggiunse il punto più profondo della Fossa delle Marianne, così Djoković si immerge negli abissi delle dinamiche intime dell’essere umano.
En Abyme interseca e sovrappone quattro differenti livelli di narrazione: c’è il “documentario”, incentrato proprio sull’impresa di Cameron; “Lei, Lui e La Bambina”, dedicato al racconto di un rapporto padre/figlia; “L’occhio”, ovvero la lente di una telecamera che, replicando metaforicamente l’operazione del regista di Titanic, riprende la quotidianità di una donna; infine c’è “Marianne”, la voce femminile protagonista della vicenda che si contende con il “documentario” il ruolo di narratrice dell’abisso.
“Nel mio lavoro – spiega Tolja Djoković, vincitrice del bando di drammaturgia “under 40” alla Biennale College Teatro 2021/22 – fondamentale è il filo rosso della discesa negli abissi, una situazione esemplificativa di stati d’animo diversi, da un lato la paura di andare a fondo, dall’altro l’introduzione delle scoperte che può fare solo chi è pronto a correre il rischio di perdersi”.