Ascoltare l’Iliade davanti ad un moderno cantore, ad un aedo contemporaneo, vuol dire riavvolgere quel filo che collega anche oggi mito, epica, narrazione e presente.
Ancora oggi sentiamo l’urgenza di raccontare e ascoltare la storia straordinaria dell’Iliade, uno dei pilastri della nostra letteratura. È uno straordinario percorso di umanità e di contemporaneità, è l’archetipo e il paradigma del nostro sentire. L’Iliade è l’origine, il master, il conio da cui ancora oggi ci muoviamo per raccontare e immaginare le nostre passioni, vite, relazioni e storie.
I sentimenti degli esseri umani non hanno tempo: l’amore e l’odio che Omero cantava quasi tremila anni fa sono gli stessi di oggi e hanno la medesima potenza dirompente capace di emozionare e di far riflettere. Inconsapevolmente tutti noi siamo intrisi dell’umanità del mito.
Corrado d’Elia propone una riscrittura in forma rigorosamente poetica adeguata al racconto ad alta voce, che permette all’antico di farsi contemporaneo e all’ancestrale di incarnarsi nel tempo nuovo.
Ne nasce uno spettacolo interrotto da dieci stanze di respiro, di momenti riflessivi, elegiaci e salmodici in cui è possibile trovare il tempo giusto per comprendere.