Torna al LAC il coreografo franco-algerino Hervé Koubi con la sua omonima compagnia che, negli anni, si è guadagnata una fama internazionale combinando danza urbana e contemporanea con immagini potenti, nel segno della sperimentazione.
Sol Invictus ovvero come prendersi gioco della morte danzando: lo spettacolo celebra, attraverso la danza, l’energia vitale che dobbiamo trovare dentro di noi per affrontare le nostre paure e noi stessi.
Mentre l’esplorazione della memoria personale e delle sue radici algerine era servita come base della “Trilogia del Mediterraneo”, in questo suo ultimo lavoro Koubi affronta temi più universali. Sol Invictus rappresenta un fervente inno al potere unificante della danza, sullo sfondo e in contrapposizione all’irrilevanza della nostra esistenza umana nell’universo. Koubi afferma che l’ispirazione di questa coreografia è radicata nella sua fascinazione per il cosmo e per tutte le forme di vita: “La nostra insignificanza e solitudine nell’immensità del cosmo può essere scoraggiante. Solo accettando la sfida di vivere pienamente, portando luce nella nostra stessa oscurità, può far sì che la nostra esistenza abbia significato e dia realizzazione”. E la danza per Koubi non è solo essenziale bensì indispensabile, in quanto offre energia vitale e aiuta nell’affrontare la paura.
Ancora una volta, Koubi dimostra la sua capacità di mettere insieme un gruppo di danzatori di eccezionale talento, provenienti da tutti i background e angoli della terra, creando un insieme eterogeneo per stile e abilità, ma con la capacità di trovare l’unione nella diversità. Questo mix eclettico include hip hoppers, street dancers, ma anche ballerini che hanno sviluppato la propria formazione e pratica in luoghi estremi come l’Amazzonia e la Siberia.