lunedì 12 gennaio

Teatrostudio
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lunedì 02 febbraio

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lunedì 23 marzo

Teatrostudio
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lunedì 13 aprile

Teatrostudio
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lunedì 27 aprile

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lunedì 11 maggio

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Torna la rassegna EAR, progetto di Spazio21 del Conservatorio della Svizzera italiana in coproduzione con il LAC, che per il suo decimo anniversario introduce una “guida all’ascolto” ai sei concerti dedicati alla musica acusmatica. Quest’anno gli appuntamenti raddoppiano: ogni concerto inizierà alle 17:30 e avrà una durata di circa un’ora. A seguire, alle 19:00, si terrà un ascolto guidato. Durante questi incontri, i compositori e i performer riproporranno alcuni dei brani in programma, offrendo al pubblico una chiave di lettura per una fruizione più consapevole.

10 anni dopo 

Ogni archivio è intrinsecamente incompleto e fragile. L’atto stesso di archiviare implica una selezione, qualcosa si tiene, qualcosa si lascia andare. Per questo gli archivi non sono neutrali, ma costruiscono delle narrazioni che portano le tracce delle scelte fatte. Tutti noi abbiamo il nostro archivio personale: la nostra memoria. Memoria personale che supera di gran lunga la metafora dell’archivio; non è statica ma in continua evoluzione, ricordiamo e dimentichiamo, conserviamo ciò che è stato ma anche le possibilità che non si sono realizzate, i sogni, e a tutto diamo continuamente nuovi significati. Quando ci sembra di non ricordare, andiamo a cercare tra le carte o nelle memorie digitali. 

Dall’email del 5 febbraio 2016 a Etienne Reymond (allora direttore artistico di LuganoMusica): 
“Caro Etienne, spero tutto bene. Io ho appena terminato un pezzo per solo trombone di 14’ (un vero incubo!! – per fortuna è finito). Sto portando un po’ avanti la pianificazione del progetto di musica elettroacustica in collaborazione con LuganoMusica. Ti allego l’ultima bozza schematica dei contenuti. […]”.  
A settembre dello stesso anno, il primo concerto di EAR avrebbe visto la luce nell’allora praticamente nuova sala Teatrostudio del LAC. A gennaio 2026 saranno passati dieci anni da questo timido inizio che non pensava certo di protrarsi tanto. A tutt’oggi non sono molti in Europa gli esempi di cicli di concerti dedicati alla musica acusmatica. EAR si è ritagliata un piccolo spazio. Abbiamo ospitato fisicamente e virtualmente compositori francesi, svizzeri, argentini, tedeschi, italiani, inglesi, spagnoli, canadesi, americani, e sicuramente ne dimentico. Un archivio di brani, esperienze, collezioni di suoni e di luoghi che molto probabilmente a Lugano non si erano mai sentiti.  

Una regione, la nostra, che, oltre ad ospitare la sede della Fonoteca nazionale, l’archivio sonoro della Svizzera, con lo Studio sperimentale di elettroacustica fondato da Hermann Scherchen nel 1954 a Gravesano, è anche il luogo di nascita della musica elettronica in Svizzera. Quanto succedeva a Gravesano ebbe un’eco internazionale per più di un decennio, grazie alle ricerche che vi si condussero, ai convegni e alle pubblicazioni, e per le personalità̀ che entrarono in contatto con questa realtà̀: Pierre Schaeffer, Luigi Nono, Luciano Berio, Abraham Moles, Iannis Xenakis, Luc Ferrari, Jean François Mâche e altri. 

Iniziamo questo decimo ciclo di concerti con una novità e integrazione ai concerti, rappresentata da una “guida all’ascolto”. Già immaginata nel progetto originale, non si era mai di fatto concretizzata; sarà una nuova sfida. Ripartiremo da un brano di Bernard Parmegiani che, presente nel concerto inaugurale del 2016, porta nel suo stesso titolo il senso dell’indagine del mondo attraverso l’ascolto: De natura sonorum (1974).  
L’ambizione di EAR per il futuro è quello di trasformarsi in un “archivio vivente”, che si rinnova e cresce di concerto in concerto, che trasforma la conservazione in atto creativo, che riconfigura il passato attraverso il presente e produce nuove interpretazioni. 

La nostra memoria personale di suoni, ma vale anche per il resto, non è una semplice raccolta di documenti, non vive nelle sue forme digitali che per lo più giacciono abbandonate in qualche computer o su qualche cloud, ma costituisce il mondo delle possibilità delle cose che possiamo sentire e immaginare, in questo nostro essere sempre combattuti tra il desiderio di preservare e l’inevitabilità della perdita, tra passato e futuro. 

Siamo grati a chi ci ha permesso di realizzare questo progetto e alla lungimiranza di chi, ancora oggi, pensa che sia qualcosa che valga la pena proseguire, magari per altri dieci anni!  

– Nadir Vassena 

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