Un viaggio straordinario attraverso epoche, generi e linguaggi sonori: la nuova stagione musicale del LAC, firmata dal direttore artistico Andrea Amarante, ospita i migliori interpreti in un calendario di cinquanta appuntamenti tra concerti sinfonici, musica da camera, jazz e world, elettronica e incontri di approfondimento. 
Una stagione che esplora il concetto di musica come dissoluzione del tempo, un’esperienza in cui tradizione e innovazione si incontrano, creando dialoghi inaspettati tra passato e futuro.

"Il tempo è la sostanza di cui siamo fatti."
— da Jorge Luis Borges

C'è un’illusione a cui tutti ci aggrappiamo: l’idea che il tempo sia una linea retta, che abbia un inizio e una fine, che scorra in una sola direzione. Ma la musica ci insegna il contrario. Ogni suono è un ritorno e una rinascita, ogni melodia porta con sé un'eco di qualcosa che è già stato, ogni improvvisazione proietta il futuro in un istante che non si ripeterà mai più. La musica dissolve il tempo, lo espande, lo sospende, lo piega. E questa stagione è un viaggio in questa dimensione fluida, dove passato e presente si confondono, le eredità musicali si trasformano e le tradizioni si reinventano in nuove forme, senza mai smettere di dialogare tra loro.

L’inizio della stagione non è un punto fisso, ma un’onda che si propaga. Avishai Cohen e i Göteborgs Symfoniker aprono le porte di questa esplorazione con un trittico straordinario: un trio jazz che riflette il senso più puro dell'improvvisazione, un’orchestra sinfonica che incarna la tradizione tardoromantica del Nord Europa, e poi il loro incontro, una fusione che dissolve ogni confine tra generi, tra scritto e non scritto, tra struttura e libertà. È un'apertura che non impone una direzione, ma lascia aperte tutte le possibilità.

Da qui la stagione si snoda come un intreccio di fili che si intersecano, creando corrispondenze e contrappunti tra epoche, stili e sensibilità diverse. La musica classica, nella sua essenza, non è mai statica, e ce lo ricordano interpreti come András Schiff, che porta sul palcoscenico del LAC l’Orchestra of the Age of Enlightenment per un'immersione nel mondo di Haydn, tra virtuosismo e invenzione, rigore e audacia creativa. O come Philippe Herreweghe, che ci guida in un percorso che va dall’Eroica di Beethoven al Requiem di Cherubini, mettendo in luce quella tensione tra rivoluzione e memoria, tra nuovo e antico, che ha segnato la storia della musica europea.

Tra i momenti più attesi, il recital del giovane e carismatico pianista giapponese Hayato Sumino, noto con lo pseudonimo "Cateen". Questo evento unisce profondità musicale ed energia contemporanea. Il programma combina classici come Chopin e Bach con innovative composizioni originali di Cateen stesso, creando un affascinante dialogo tra passato e presente. Culmine del recital sarà l’eccezionale versione del Boléro di Ravel, eseguita simultaneamente su due pianoforti, un'esperienza sonora e visiva unica che ha già incantato milioni di spettatori online.

E poi ci sono quei momenti in cui la musica diventa viaggio, attraversamento di territori e culture. Chineke! Orchestra porta con sé le voci della tradizione sinfonica afroamericana, restituendo il giusto spazio a compositori che hanno scritto pagine straordinarie ma che la storia ha relegato ai margini. Camerata Bern costruisce un ponte tra le epoche con un programma che accosta Hildegard von Bingen a Benjamin Britten, in un dialogo tra canto sacro medievale e modernità orchestrale. Il Manchester Collective mescola folk scozzese, jazz e scrittura contemporanea, sfumando i confini tra oralità e notazione, tra improvvisazione e struttura.

Il jazz, nella sua essenza più autentica, è il linguaggio che più di tutti ha esplorato il concetto di tempo in musica, ridefinendolo in ogni epoca. Questa stagione ne celebra la vitalità in modi differenti: Sollima e Fresu, con la loro alchimia tra violoncello e tromba, lo attraversano in una sintesi che sfiora il barocco e il contemporaneo, la scrittura e la libertà. Avishai Cohen lo porta nel mondo sinfonico, mentre Ledisi e il Metropole Orkest lo intrecciano alla voce di Nina Simone, riscrivendo le pagine di un concerto storico con nuovi arrangiamenti.

È infatti la voce umana l’elemento che più di tutti dissolve il tempo, il primo strumento musicale, il più antico e al tempo stesso il più capace di rinnovarsi. Il recital di Costanza Alegiani e Peppe Servillo, dedicato alle canzoni di Kurt Weill e Bertolt Brecht, ce lo ricorda con forza: il Kabarett, il teatro musicale, il jazz e la poesia si fondono in un unico racconto che attraversa epoche e continenti. Kurtág, il grande maestro della miniatura musicale, è un altro filo conduttore della stagione. Il concerto "Kurtág 100", che cade esattamente nel centenario della sua nascita, è l'occasione per esplorare il suo mondo poetico, sospeso tra suono e silenzio, tra memoria e visione. Ma il suo linguaggio essenziale e potentissimo compare anche nel programma del Manchester Collective, a riprova di quanto la sua influenza continui a plasmare il presente.

In questa stagione ci sono concerti che raccontano storie, ma anche progetti che si spingono oltre la musica in senso stretto, che esplorano la relazione tra suono, immagine e parola. Rodari Connection porta in scena un’esperienza in cui la narrazione delle Favole al telefono si mescola alla sperimentazione elettronica e video, creando un gioco tra realtà e immaginazione. WANDERER, con la sua residenza artistica al LAC, trasforma il teatro in un viaggio sonoro e visivo, abbattendo le barriere tra performance e installazione. La radio vuota di Andrea Molino, coprodotta insieme a 900 presente, al Conservatorio della Svizzera Italiana ed RSI è un altro esempio di come la musica possa raccontare storie anche al di fuori del concerto tradizionale, creando un'esperienza immersiva che interroga il nostro rapporto con il suono e con il mondo che ci circonda.

Ci sono infine due eventi che sembrano fatti apposta per sottolineare il cuore di questa stagione: la proiezione di Psycho, con la colonna sonora eseguita dal vivo dall’OSI, e Sinfonia di una grande città, in cui i DJ berlinesi Gebrüder Teichmann realizzano dal vivo la musica per il leggendario film muto di Walter Ruttmann "Sinfonia di una grande città" (1927), remixando musiche di compositori berlinesi di varie epoche. In entrambi i casi, la musica prende il controllo del tempo cinematografico, lo trasforma, lo riscrive. Guardiamo le stesse immagini, ma l’esperienza è sempre nuova, sempre in mutamento.

Non mancano poi le occasioni in cui il tempo storico si fa materia viva della musica. Il concerto "Eravamo il suono", in occasione della Giornata della Memoria, è un tributo alle musiciste deportate nei campi di concentramento, donne che hanno fatto della musica un gesto di resistenza. La storia si intreccia anche nel programma di Balagan, un viaggio tra le sonorità ebraiche, balcaniche e contemporanee, che ripercorre le traiettorie erranti di tradizioni migranti.

Ecco perché questa stagione non è un semplice cartellone di concerti, ma una vera e propria esperienza sul tempo. Un viaggio che ci mostra come la musica non sia mai un oggetto del passato, ma un’energia che continua a trasformarsi. Borges scriveva che il tempo è un fiume, una tigre, un fuoco. La musica è tutto questo, eppure è anche ciò che ci permette di attraversarlo senza esserne travolti.

Lasciatevi trasportare. Ogni suono è un nuovo inizio.

Andrea Amarante
Direttore artistico Musica

Le formule di abbonamenti proposte sono due. Classic è l’abbonamento ideale per gli appassionati di musica classica che desiderano un posto fisso per 10 concerti selezionati, con uno sconto del 30% sui biglietti singoli. Playlist, invece, offre massima flessibilità, permettendo di scegliere almeno 5 concerti tra un'ampia selezione di generi, con lo stesso sconto del 30%. Entrambe le formule includono vantaggi esclusivi, come il 20% di riduzione sul resto della programmazione del LAC, acquisto prioritario per nuovi concerti e l’accesso gratuito a eventi speciali su prenotazione.

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Opera lirica

Dopo Il barbiere di Siviglia (2018), La traviata (2022) e Anna Bolena (2023), il LAC torna a produrre un’opera lirica e lo fa scegliendo il dittico composto da La voix humaine di Francis Poulenc e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, nella lettura registica di Emma Dante e nell’interpretazione musicale del Maestro Francesco Cilluffo alla guida dell’Orchestra della Svizzera italiana, con il Coro della Radiotelevisione svizzera diretto da Donato Sivo. Con Aspettando l'opera, la mediazione culturale propone un calendario di attività, da aprile a settembre, pensate per avvicinare il pubblico al dittico attraverso incontri, letture, proiezioni e momenti di approfondimento.

Rassegne

La contemporaneità musicale è ancora una volta affidata a due apprezzate rassegne, che quest'anno festeggiano il loro decimo anniversario: E.A.R. – Electro Acoustic Room, progetto di Spazio21 del Conservatorio della Svizzera italiana in coproduzione con il LAC, e Early Night Modern, in collaborazione con Oggimusica.

Residenza artistica

Frutto di una residenza artistica al LAC, il progetto Wanderer di Lisa Lurati e Giordano Rush, per la regia di Lara Dâmaso, supera i confini tra concerto, teatro e installazione visiva.

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