Per la sua nuova creazione, all’incrocio tra l’immagine e il corpo, il visivo e il vivente, la danzatrice e coreografa brasiliana Ana Pi conduce una ricerca poetica e politica su Haiti, sui gesti sacri ancestrali e la loro perpetuazione nell’immaginario odierno.
Un tempo per imparare da alcuni suoi contemporanei, artisti transdisciplinari di Haiti, e un tempo per instaurare un dialogo fantastico con Maya Deren, regista sperimentale statunitense nata nel 1917 in Ucraina. Le due donne condividono lo stesso approccio creativo trasversale che combina il processo artistico con una metodologia di ricerca. A partire dagli anni ‘40, Deren studia in modo empirico la cultura haitiana, le sue danze e l’eredità voodoo; la sua esperienza è documentata nel libro The Divine Horsemen: The Living Gods of Haiti e nell’omonimo film documentario, uscito postumo nel 1985, che immortala i gesti ancestrali di questa cultura che si sta purtroppo perdendo.
In uno stesso movimento, Ana Pi intreccia fragilità ed equilibrio, immagini del passato e futuro, interrogandosi sulla storia di queste danze, su come si siano conservate e sul loro ruolo nel presente. The Divine Cypher si racconta tra immagini e video inediti, archivi, fiction, performance e assoli di danza dal vivo, ispirandosi ai gesti filmati e ai sogni di Maya Deren, così come a quelli di colei che l'ha preceduta, Katherine Dunham.