Pensata appositamente per gli spazi del Museo d’arte della Svizzera italiana, questa prima parte di Monumentum the second sleep della coreografa fiorentina Cristina Kristal Rizzo ha un andamento temporale racchiuso nella performance di un solo danzato da Megumi Eda, interprete dai risvolti espressivi taglienti e neoclassici.
In scena un corpo capace di trasformare la forma in istinto, in un’emozione come orizzonte di un flusso, di trovare l’innato del linguaggio e dare sostanza a un’altra possibilità di presenza.
C’è sempre una filosofia nella danza, che abilita i processi che ci permettono di relazionarci con il mondo, di connetterci con altri corpi, di trasformarci e di plasmare lo spazio che ci circonda, di comprendere che la materia non è stupida, né cieca, né meccanica, ma che ha un ritmo, un linguaggio, un movimento interno e una propria organizzazione, un feeling.
Attraversato da visioni cromatiche ed esperienze corporali non verbali, come le pratiche di trance generate da ipnosi guidata, Monumentum the second sleep è un tributo alla potenza della vita, a un ritmo plurale delle relazioni che agisce nel sentimento complesso dell’esistenza, lì dove arte, filosofia e forma si incontrano.