Figura tra le più rappresentative del teatro italiano degli ultimi quarant'anni, Gabriele Lavia porta in scena uno dei primi successi di Pirandello, oggi considerato un vero classico della teatrografia del Nobel siciliano.
Il berretto a sonagli è un testo amaro, comico e crudele, specchio di una società “malata di menzogna”. Gabriele Lavia, tra gli interpreti più appassionati ed efficaci dei testi pirandelliani, veste qui i panni dell’umile scrivano Ciampa, che ricorre alla follia per mantenere la facciata di rispettabilità del suo infelice matrimonio. È il primo dei grandi personaggi pirandelliani a prendersi un’amara rivincita sulle umiliazioni di un’intera vita.
Luigi Pirandello scrive questa commedia nel 1916, in siciliano, per l’attore Angelo Musco; nel 1918 termina la versione in italiano che verrà rappresentata cinque anni dopo dalla compagnia di Gastone Monaldi. “Non c’è dubbio – dichiara Lavia – che in siciliano questa “commedia nerissima” sia più viva e lancinante. Noi faremo una mescolanza tra la “prima” e la “seconda” versione di questo “specchio” di una umanità che fonda la sua convivenza “civile” sulla menzogna. Il berretto a sonagli è il primo esempio radicale di teatro italiano “espressionista” amarissimo, comicissimo e crudele, un espressionismo feroce che vuole rappresentare una società “malata di menzogna”. La verità non può trovare casa nella “società umana”. Solo un pazzo può dirla… Ma tanto, si sa “…è pazzo!”. Così la signora Beatrice Fiorica ha svelato la verità e ora “deve” civilmente, socialmente, essere pazza”.
Attraverso uno sguardo lucido e attualissimo, Il berretto a sonagli ci rivela le ipocrisie e le superficialità che troppo spesso regolano la nostra vita.