Il grande bailaor sivigliano Israel Galván celebra l’Età dell’Oro del flamenco con uno spettacolo in cui fa risorgere quest’epoca meravigliosa con la collaborazione dei fratelli David e Alfredo Lagos (rispettivamente canto e chitarra). Un’interpretazione che stravolge i canoni del flamenco classico miscelando sapientemente tradizione e contemporaneità.
Nel flamenco, come in tutte le arti, storici, specialisti e critici hanno progressivamente definito i periodi di riferimento. L’Età dell’Oro del flamenco corrisponde a un arco temporale che va dalla fine del XIX secolo agli anni '30 del XX secolo. Questo periodo si riferisce in modo particolare al canto e alla danza, mentre il ruolo della chitarra si svilupperà successivamente.
Secondo questo approccio, nessun danzatore di oggi, salvo casi eccezionali, è in grado di eguagliare la qualità, la purezza e la creatività di coloro che hanno portato il flamenco al suo apice, segnando questa “Età dell’Oro”. Da allora, si è assistito a un declino del modello formale dell’arte flamenca che si era affermato in quel periodo, a un impoverimento, a una semplificazione, a incroci e fusioni, ma anche a una perdita del contenuto, del senso e dello spirito che animano quest’espressione artistica.
La voce di David Lagos, interprete che custodisce con cura i canti delle epoche d’oro, e la musica di Alfredo Lagos, chitarrista di Jerez, città natale del flamenco, accompagnano la danza di Israel Galván, brillante e ricca di un’inesauribile energia: le sue braccia e il suo busto si ispirano alle posture tecniche tipiche del flamenco tradizionale, ma il danzatore-coreografo vi apporta un tocco di modernità, facendole rivivere in chiave contemporanea.