Evento passato

25 maggio 2024

Teatro Foce

20:30

«Come faccio a presentare spaccati significativi della mia realtà e ad arricchirli con un po’ di umorismo, in modo da poter raggiungere anche persone che vivono in maniera totalmente diversa dalla mia?» Questa è la domanda che si è posta l’artista indiana, performer trans e queer Living Smile Vidya quando ha iniziato a lavorare a questo spettacolo. Oggi è evidente che quello che si era prefissata le è riuscito senza alcuna fatica, almeno in apparenza. E si avverte in modo sconcertante anche il fatto che la sua arte deriva soprattutto dal suo corpo, dalla sua carica comica e drammatica. Raramente una storia raccontata con un corpo su un corpo ci ha provocato tanto straniamento e allo stesso tempo tanta empatia e vicinanza nei suoi confronti. Raramente, a teatro, un corpo è stato contemporaneamente così deriso, pianto e venerato con tanta intimità.

Smiley è un’artista, attrice e attivista e lo era già molto prima che, sei anni fa, fosse costretta a cercare rifugio in Svizzera. Quando la prima artista trans e queer dello Stato di Tamil Nadu nel sud dell’India ha cambiato ufficialmente nome e sesso e ha deciso di farne una questione pubblica, per alcuni è diventata un’eroina e una star mentre per altri ha rappresentato una provocazione inaccettabile. Ha subito una condanna dallo Stato ed è stata vittima di mobbing e aggressioni nella rete. Pur sentendosi invisibile allo Stato che la privava di tutti i diritti e voleva bandirla dalla vita pubblica, era purtuttavia visibile come contribuente: le tasse le doveva pagare. Come attivista queer si è appellata a quello stesso Stato perché le concedesse la grazia della morte, poiché senza rubare o senza prostituirsi non aveva di che mantenersi. «Non ho chiesto ali per volare, né un palazzo o il plauso della nazione, ma soltanto una possibilità di pagare le bollette senza dover perdere la dignità».

Nel suo spettacolo, tuttavia, Smiley non racconta soltanto la storia del suo passato in India, ma anche la disillusione dell’arrivo nei centri di prima accoglienza e dei centri per richiedenti l’asilo in Svizzera. Racconta delle difficoltà incontrate per affermarsi come artista e degli ostacoli formali e amministrativi da superare per diventare a pieno titolo parte integrante della società svizzera, quale di fatto già è. Ecco perché «Introducing Living Smile Vidya» è anche un vero e proprio «biglietto da visita teatrale» con il quale Smiley si presenta sulla scena teatrale svizzera come partecipante attiva, che aspira a condurre (qui) una vita dignitosa come persona e come artista.

– Julie Paucker

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direzione artistica e performance
Living Smile Vidya

luci, suono, video
Moritz Flachsmann

costumi
Diana Ammann

coach
Beatrice Fleischlin

mentoring
Marcel Schwald

responsabile di produzione
Das TheaterKolleg

produzione
Living Smile Vidya

in coproduzione con 
Tojo Theater Reitschule Bern
Treibstoff Theatertage Basel 2023
Südpol Luzern

Nata nel 1982 a Trichy, nello Stato di Tamil Nadu in India, Living Smile Vidya ha scritto la sua autobiografia di attivista trans, intitolata «I am Vidya». Dal libro è stato tratto dapprima un film e poi un’opera teatrale. Nel 2013, l’artista ha vinto il «Mahendra Excellence Theatre Award». Ha studiato per un anno alla International School of Performing Arts di Londra e successivamente ha fondato il primo collettivo teatrale trans a Chennai (ex Madras). A seguito di ripetute minacce ed aggressioni, nel 2018 è fuggita in Svizzera. Ha partecipato come performer al progetto «EF_FEMININITY» di Leuenberger/Schwald. Oggi abita vicino a Lucerna.

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