Evento passato

24 maggio 2024

Teatro Sociale Bellinzona

20:00

Lo spettacolo è in scena al Teatro Sociale di Bellinzona.

Giocare – abbiamo quasi dimenticato che cosa significa realmente: vivere il momento senza utilità esplicita, aperti alla fantasia di chi ci sta di fronte. Giocare, ma anche recitare, è l’arte di mettersi in gioco senza pretese, senza sapere che cosa succede. Nel teatro, recitare può anche significare: restare creativi sul palco, anche dopo la prima.
Quando si vede l’ensemble misto del Teatro di San Gallo e del Komiktheater (l’unico teatro professionale di e con persone con disabilità nella Svizzera orientale), questa forma originaria di recitazione affiora in modo liberatorio alla memoria.

Il caos in qualche modo organizzato messo in scena sul palco ha molto a che fare con una tempesta, ha molto a che fare con Shakespeare, ma poco con la disciplinata attuazione di una trama. L’isola sulla quale si svolge l’opera è già con Shakespeare un mondo che segue le proprie regole, quelle del vecchio e frustrato re Prospero. Anche questa scena è dominata all’inizio dal re, che può addirittura sedersi sul trono. Ma ben presto sorge la domanda: qualcuno ascolterà questo re? I suoi sudditi se ne accorgono quando sbatte le ali in modo autoritario? A chi importa se opprime e cerca di imporre ordine e disciplina? Non è chiaro, perché il suo/i suoi Ariel indossano le cuffie per potersi concentrare su ciò che è importante, sua figlia Miranda ha superato l’età dell’obbedienza e vive su un’altra stella e Calibano orbita attorno all’isola e governa come un radicale libero. Gli stranieri, scaraventati sull’isola da una tempesta, vengono accolti dalla gente del posto come la tanto attesa salvezza da un patriarcato residuo e sdentato, sopravvissuto da tempo a sé stesso. L’eliminazione del vecchio sembra facile e con l’arrivo del nuovo si fa strada qualcosa che non è affatto nuovo, ma in effetti solo liberato.

E questo ora sembra diffondersi su tutto, sulla musica, sul palco, sul testo e sulla recitazione. Su tutte le convenzioni (teatrali) correlate. Fenomenalmente fuori controllo, tutto gioca in maniera scoordinata e tuttavia unita. La musica è suonata con svariati tipi di strumenti, gli oggetti di scena vengono assemblati e decostruiti come in una sabbiera. I costumi diventano travestimenti, ciò che sono sempre stati ma non potevano più essere, le implicazioni politiche appaiono e scompaiono di nuovo, terribilmente serie eppure molto allegre. In ogni caso, qualunque regola esistesse è scomparsa e anche se Prospero deve abbassarsi i pantaloni un paio di volte e infilare la testa nel gabinetto come punizione per la sua rivendicazione del potere bianca, normativa e patriarcale, in qualche modo alla fine sembra stare meglio. Perché nella vita ogni cosa ha il suo tempo: l’amare, l’odiare e il morire. E ogni cosa ha il suo tempo nella società: il patriarcato, l’oppressione, la disuguaglianza e la segregazione. Ma poi segue un altro tempo.

– Julie Paucker

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drammaturgia
Laura Friedrich

regia
Michel Schröder

con
Tabea Buser
Christian Hettkamp Joy Käser
Florian Nef
Silas Obertüfer
Pascale Pfeuti
Cornelia Rach
Joanna Rohner

musica live
Nico Feer

scene
Damian Hitz


costumi
Iva Ivanova

luci
Marek Lamprecht

video
Georg Lendorff


accompagnamento teatrale-educativo
Tim Kalhammer, Sonja Suter 

assistente alla regia
Sina Wider

coproduzione
Komiktheater der GHG Sonnenhalde Tandem

Il Komiktheater, fondato nel 2017 da GHG Sonnenhalde San Gallo, è il primo teatro professionale per persone con disabilità mentali, fisiche o sensoriali della Svizzera orientale. Consente ad attori e attrici che necessitano di sostegno di trasformare la loro passione in una professione. Il regista Michel Schröder lavora da molti anni nella scena indipendente con il suo gruppo teatrale kraut_produktion. Dal 2010 è co-direttore del teatro Rote Fabrik di Zurigo. Esplora il mondo del teatro insieme alla sua équipe e ai suoi compagni e alle sue compagne di avventura. Una qualità che sboccia meravigliosamente nell’incontro con il Komiktheater e l’ensemble del Theater St. Gallen.

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