Era destino che Paolo Rossi, attore comico tra i più amati della scena teatrale italiana, si confrontasse prima o poi con questa opera di Pirandello, parte della trilogia del “teatro nel teatro” che rivoluzionò il modo tradizionale di recitare coinvolgendo il pubblico come fosse parte dello spettacolo.
Da questa sera si recita a soggetto, ovvero si improvvisa. Come prevedere, dunque, cosa accadrà durante lo spettacolo? Dipende dal pubblico, dal clima, dagli attori, da chi sceglierà di parlare per primo. A soggetto, ovviamente; a braccio, con dei punti fissi ma senza copione.
Si parte dalla pièce di Luigi Pirandello, il quale nell’avvertenza posta in testa al terzo dramma della trilogia si premura di scrivere al primo rigo: “L’annunzio di questa commedia, così nei giornali, come nei manifesti, dev’esser dato, senza il nome dell’autore”. Ovvero senza il suo di nome. E nell’elenco degli attori e delle attrici in cartellone mette al primo posto: “col concorso del pubblico che gentilmente si presterà”.
Il capocomico Paolo Rossi e la sua compagnia di giro accompagnano il pubblico in un viaggio, un percorso sì pirandelliano ma anche profondamente attuale. Perché Rossi da un lato parla direttamente con Pirandello e si lascia consigliare e portare avanti nella trama, dall’altro rimane ancorato alla realtà, odierna e più spiccia, che non può non entrare inevitabilmente in qualsiasi cosa che sia viva come il teatro. La vita nel teatro, dunque, ma anche il teatro nella vita, ovvero il nostro bisogno continuo di mostrarci performanti in tv e sui social. Forse ci siamo tutti trasformati in personaggi tragicomici in cerca d’autore.
“Ma scusa, se Pirandello pur di mantenere il segreto più misterioso sul suo testo ha fatto togliere il proprio nome dal cartellone – dice Paolo Rossi – chi sono io per spoilerare ciò che accadrà nello spettacolo di questa sera? Non sono mica un indovino, sono un comico scavalcamontagne. Se le parole per la ‘scheda’ non le ha trovate un premio Nobel per la Letteratura, non potete pretenderle da me che ho fatto l’Itis!” E conclude: “Perché mettere in scena proprio questo testo? I miei maestri sono Fo, Gaber, Jannacci, Strehler e Pirandello. Ma Pirandello è quello che ultimamente frequento più spesso. Mi è anche apparso in sogno. Una volta, c’era anche Marta Abba, mi ha parlato di questo testo spiegandomi perché fosse proprio il momento giusto. Ma mi son svegliato per andare in bagno appena prima che me lo svelasse.”
Lo svelamento avverrà direttamente sul palco, dal vivo.