Evento passato

02 marzo 2024

Sala Teatro

20:30

Davide Van De Sfroos fa tappa al LAC con il suo nuovo tour, pronto a portare sul palco della Sala Teatro brani storici della sua trentennale carriera e le canzoni dell’ultimo album di inediti, Manoglia, già entrato in Top 10 nella classifica dei dischi e vinili più venduti in Italia. 

Un’occasione speciale per il cantautore che prosegue il suo viaggio live, seguendo sempre un itinerario emotivo oltre che geografico, per abbracciare ancora il suo pubblico, nella dimensione intima per eccellenza che è quella dei teatri, per camminare tra strade e persone che collegano un passato fatto di memorie, nostalgie, storie, valori ed esperienze a cui continuare ad attingere e a rendere omaggio, il presente come spazio e momento di equilibrio, di presa di fiato e di coscienza e come terreno di speranza, e un futuro che non si può prevedere né manovrare, ma che tiene sicuramente lo sguardo e le intenzioni a tempi lontani.
Manoglia (“magnolia” in dialetto laghée) è un disco in cui, pur se in veste inedita, troviamo il folk tipico di Van De Sfroos la cui potenza usuale, rimanendo preponderante, lascia qui maggiore spazio e terreno fertile a sfumature, chiaroscuri, a sonorità e strumenti acustici, alla loro morbidezza. Un album intimistico, ricercato, che attinge da diverse culture e generi musicali, dalla piega vagamente psichedelica, in riferimento alla psichedelia acustica della fine degli anni ‘60 e dell’inizio dei ‘70. Un disco molto personale, che scava nella vita del cantautore, ne custodisce tutte le sfaccettature umane e musicali, accompagnate, su una ritmica completamente acustica, talvolta dal pianoforte, altre volte da un banjo o da chitarre manouche, elettroacustiche o suonate con tecnica “slide”, da un contrabbasso e da strumenti tipici di Asia e Africa.

“Mi sono abituato – racconta Van De Sfroos –, suonando nei teatri, a comprendere che proprio per il tipo di acustica e di attenzione del pubblico, una sezione ritmica troppo pesante in questo luogo risulta inutile. Quando poi hai a che fare con un disco come Manoglia, che è acustico, sarebbe addirittura sciocco esagerare o mettere in scaletta, al fianco di questi brani, pezzi totalmente differenti dal punto di vista dell’arrangiamento e dello spirito. Però la provocazione c’è: svuoteremo alcuni brani storici rendendoli più morbidi, più acustici e dilatati, magari aggiungendo qualche ritmica interessante a brani di Manoglia come Zia Nora e La Ballata del Mascheraio. [...] 
Se i concerti nelle piazze o all’aperto sono molto potenti a livello di energia e di spinta un po’ rock-folk, il teatro permette di affondare dentro un tipo di sound diverso, è un luogo che ha un magnetismo tutto suo che ti consente di cambiare linguaggio, specialmente nei confronti del pubblico. Puoi rivolgerti quasi più intimamente agli spettatori, raccontando frammenti di storie con calma, puoi dedicarti di più alla poetica piuttosto che all’irruenza del brano e, ovviamente, emergono tutti quei colori che solo in teatro possono venir fuori. Sicuramente non mancheranno in scaletta pezzi del passato, magari inseriremo brani che sono nati già un po’ in “stile Manoglia”, altri li adatteremo al mood acustico con un pizzico di arrangiamento; la missione è quella di creare uno spettacolo che abbia una giusta credibilità di suono, tra canzoni nuove e più datate. L’avventura si fa interessante.”

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